Santa Teresa, un paese senza fognature tra reflui a cielo aperto e cattivi odori
di Andrea Rifatto | 25/07/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 25/07/2020 | ATTUALITÀ
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Un chiusino dove la fogna scorre a cielo aperto
Possibile che nel 2020 l’80% del territorio di Santa Teresa non sia dotato di rete fognaria? A chiederselo sono cittadini e vacanzieri, soprattutto quando si vedono costretti a turare il naso passando vicino pozzetti e caditoie della rete mista (acque bianche e nere) da cui fuoriescono spesso odori nauseabondi. La risposta è sì, perchè da quando negli Anni ’90 è stata realizzata la condotta sul lungomare non si è proseguito nel resto del paese e tutte le amministrazioni che si sono susseguite fino ad oggi non hanno realizzato un solo metro dell’importante infrastruttura. Compresa quella in carica, nonostante abbia inserito al primo punto del programma elettorale del 2017, tra gli interventi definiti “imprescindibili per rendere la comunità sempre più vivibile”, la realizzazione delle rete fognaria e raccolta acque bianche in tutto il territorio comunale. Nella cittadina jonica i reflui fognari finiscono in reti di raccolta insieme alle acque piovane, alcune risalenti all’epoca fascista e ormai sottodimensionate, e confluiscono poi per caduta nel collettore del lungomare, dove le stazioni di sollevamento li sospingono al depuratore. Gli odori nauseabondi invadono però le strade in diverse zone, creando disagi ai residenti costretti a convivere con i miasmi: tra queste anche le centrali vie Regina Margherita e Francesco Crispi, dove da diversi chiusini per la raccolta delle acque piovane provengono cattivi odori, che con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature non fanno che peggiorare la situazione. I tombini, collegati con il vecchio canale fognario aperto sotto il marciapiede, da diversi anni non sono più dotati del sistema di sifonamento installato durante l’amministrazione del sindaco Alberto Morabito, con un intervento che non venne eseguito a regola d’arte tanto che le griglie per impedire l’ingresso di sporcizia e rifiuti all’interno dei chiusini saltarono dopo poco tempo e anche alcuni sifoni sparirono negli anni. Il risultato è che la fogna scorre di fatto a cielo aperto e gli odori fuoriescono all’esterno. I residenti, che tentano di fermare i miasmi con getti d'acqua o coprendo le caditoie, segnalano da anni il problema in attesa che il Comune si decida a risolverlo: basterebbe installare nuovamente i sifoni, un intervento di poco conto che però continua a non essere effettuato. Per realizzare la rete fognaria a Santa Teresa servirebbero 10 milioni di euro, somma che il Comune ha sempre detto di non avere e di non riuscire a reperire neanche tramite finanziamenti. Nel 2017 la Giunta guidata dall’ex sindaco Cateno De Luca, in scadenza di mandato, nell’ambito della redazione del Piano regolatore generale approvò un atto per dare la possibilità agli imprenditori di ottenere un bonus volumetrico in cambio del pagamento di un contributo di vivibilità, finalizzato a sostenere la realizzazione della rete fognaria e raccolta acque bianche, fissato in 19 euro al metro cubo. Una soluzione per realizzare maggiori cubature per insediamenti artigianali o industriali a fronte del pagamento di una tassa, in aggiunta agli oneri di urbanizzazione e al costo di costruzione, che secondo l’Amministrazione consente di mitigare l’aumento del valore venale del terreno e di compensare l’impatto che l’intervento potrebbe comportare. La volumetria totale prevista era di 17.364 mc, di cui 16.151 in deroga, con investimenti pari a 5 milioni 770mila euro: il ricavo previsto per il Comune era di 306mila 863 euro, somma, dunque, ben lontana dai 10 milioni necessari per costruire le fognature e adeguare il depuratore. E così si continua a vivere tra cattivi odori e sversamenti in spiaggia in caso di ostruzioni.