Santa Teresa, una città ancora senza Piano regolatore: così si bloccano futuro e sviluppo
di Andrea Rifatto | 29/01/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 29/01/2023 | ATTUALITÀ
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Senza Prg impossibile tracciare le linee di sviluppo
Se in Sicilia nell’ultimo anno sono state più di 80 le amministrazioni che hanno avviato l’iter per il Piano urbanistico generale, il nuovo strumento di pianificazione territoriale introdotto dalla legge di riforma urbanistica del 2020, a Santa Teresa di Riva si continua a rimanere “sospesi”, dentro un limbo da dove sembra non si riesca ad uscire ormai da troppo tempo per superare una inadempienza ultradecennale e tracciare le linee di sviluppo della città. L’approvazione del Piano regolatore generale viene promessa in tempi celeri ormai dal lontano 2012, ma sono trascorse due legislature e il traguardo non si intravede minimamente. Nel frattempo il Prg è stato perfino cancellato dalla legislazione vigente in Sicilia e adesso la Regione ha introdotto il Pug, Piano urbanistico generale, che però nella cittadina jonica non dovrebbe entrare in gioco: la legge del 2020 ha infatti previsto un regime transitorio della pianificazione urbanistica e nel caso di piani già depositati, anche se non ancora adottati e approvati alla data di entrata in vigore della norma, l’iter si conclude secondo la disciplina normativa previgente. A Santa Teresa di Riva lo schema di massima del Piano regolatore è stato adottato in Consiglio comunale nell’aprile 2017 e dunque l’iter dovrebbe proseguire alla Regione senza che sia necessario ripartire con il Pug. A testimonianza di ciò, negli ultimi due anni l’Amministrazione non ha emanato alcun atto di indirizzo per il nuovo strumento, come invece avvenuto in comuni vicini, anche perchè una circolare del Dipartimento regionale urbanistica ha ribadito che nei casi di schema di massima già presentato al protocollo i Comuni possono continuare e concludere l’iter del Prg. Così, attendendo un’approvazione che non arriva, oggi è ancora in vigore il Programma di Fabbricazione del 1979, uno strumento minimale con molti vincoli scaduti, che la stessa Regione definisce datato e non coerente con le attuali componenti sociali, ambientali ed economiche del territorio e con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Un grave vulnus per una città di diecimila abitanti, in quanto il Piano regolatore, nel tracciare l’assetto urbanistico di una comunità, di fatto ne definisce il futuro economico e sociale e quindi lo sviluppo per i successivi decenni. Un Prg mancante ha effetti che si ripercuotono sia sugli interessi pubblici che su quelli privati: dopo cinque anni decadono ad esempio i vincoli preordinati alle espropriazioni, che consentono di acquisire un terreno di proprietà privata per realizzare un’opera pubblica e questo penalizza l’Amministrazione comunale, che non può realizzare pienamente quel che prevede il Piano. Viceversa, un Prg aggiornato che stabilisce l’utilizzo del territorio può comportare evidenti vantaggi per i privati e la collettività. Il nuovo Prg dovrà riconsiderare tutta la pianificazione urbanistica della città e valutare le reali esigenze di nuove edificazioni, considerando che uno degli obiettivi ambientali fondamentali per i prossimi anni è la riduzione/azzeramento del consumo di suolo. E a Santa Teresa molto è stato già cementificato.