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Sant'Alessio, barriera soffolta: spiraglio positivo dall'Anticorruzione
di Andrea Rifatto | 22/10/2016 | ATTUALITÀ
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Il pontone utilizzato per posare i massi in mare
Si apre uno spiraglio per la ripresa dei lavori di realizzazione della barriera soffolta a salvaguardia della costa di Sant’Alessio Siculo. Nei giorni scorsi è arrivata l’attesa risposta da parte dell’Autorità nazionale Anticorruzione, interpellata a gennaio per ottenere un parere in merito all’utilizzo del pontone per la posa dei massi in mare. Dal dicembre 2014, infatti, le opere sono state interrotte in seguito ad alcune criticità riscontrate dal collaudatore in corso d’opera, l’ing. Luigi Boeri di Pisa, tra cui la circostanza che l’impiego del pontone noleggiato a caldo dall’impresa (attrezzatura ed equipaggio al seguito), potesse configurare una situazione di subappalto (non previsto dal capitolato) e non un semplice contratto di nolo. Il 28 ottobre 2015, poi, nel corso di un tavolo tecnico convocato a Palermo, l’Ufficio del commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, committente dell’opera, aveva sollevato dubbi sulla procedura di gara espletata nel 2013, rilevando una presunta turbativa d’asta anche alla luce delle capacità tecniche dichiarate dall’impresa in merito al possesso del pontone. Da qui la decisione di inviare tutto l’incartamento all’Anticorruzione per chiarire ogni dubbio. “L’Anac ha dato un responso aperto – spiega l’ing. Giuseppe Mallandrino, direttore dei lavori – in quanto ha evidenziato che è configurabile un subappalto qualora il pontone garantisca da solo la completa esecuzione dei lavori. Ma non è il caso di Sant’Alessio, dove per eseguire gli interventi è necessaria la presenza di altri mezzi, attrezzature e maestranze”. Sulla scorta di questo orientamento l’ing. Mallandrino si è detto fiducioso e dopo aver raccolto i pareri dei collaudatori e del rup, ha rimesso la decisione nelle mani del commissario delegato, l’ing. Calogero Foti, capo della Protezione civile regionale, che deciderà sulla questione nei prossimi giorni. Alla chiusura del cantiere l’impresa, che si è aggiudicata l'appalto per un importo di 2 milioni 387mila euro, ha eseguito il 90% di quanto previsto in progetto e ha ricevuto i pagamenti per circa il 45% di quanto realizzato. “L’impresa si è presentata come se fosse un armatore quando invece non lo è – dichiarò a febbraio il sindaco Rosanna Fichera – e a farne le spese è la nostra comunità, che vive di turismo e subisce notevoli disagi”. Critiche arrivarono dalla minoranza e dall’ex sindaco Giovanni Foti, che chiesero perché si fosse arrivati a completare quasi tutti i lavori senza accorgersi delle anomalie e sollevarono dubbi sulle dimensioni dei massi posati in mare, ritenuti di un tonnellaggio minore rispetto a quanto previsto in progetto.