Sant'Alessio, Comune condannato dal Tar per la passerella Agrò: ha ignorato un cittadino
di Andrea Rifatto | 19/02/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 19/02/2025 | ATTUALITÀ
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Il percorso pedonale è poco sicuro
Sin dal 2017, anno della sua apertura, non garantisce la massima sicurezza per i pedoni che devono spostarsi tra i due comuni e non hanno un’altra via alternativa, tanto che le proteste sono costanti e di recente si sono anche accentuate, visto che da un mese non funziona l’impianto di pubblica illuminazione. E capita persino che un cittadino che voglia chiedere l’intervento delle istituzioni venga ignorato, al punto da decidere di rivolgersi ai giudici, che gli hanno dato ragione. È il curioso caso che riguarda la passerella di attraversamento del torrente Agrò tra Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva, realizzata da Anas e dal 2018 divenuta la Statale 114 per il collegamento tra i due comuni, vista la chiusura del ponte stabile ancora oggi in fase di ricostruzione, con i lavori che termineranno ad ottobre 2026. Un cittadino, Salvatore Giuseppe Santamaria, proprietario di un appartamento all’estremità sud di Santa Teresa di Riva e dunque a breve distanza dall’inizio del territorio di Sant’Alessio Siculo, paese dove frequenta gli esercizi esistenti ritenendoli più vicini, ha deciso lo scorso novembre di presentare ricorso al Tar di Catania contro il municipio alessese, dopo che la sua richiesta di accesso agli atti, in particolare ad una delibera, è stata ignorata. Il cittadino ha fatto presente che lungo la passerella provvisoria vi è una «fascia riservata al passaggio dei pedoni, non segnalata con la linea orizzontale che la dovrebbe delimitare né con altro mezzo» e che con il passare del tempo «sono “saltati” i segnalatori catarifrangenti inseriti nella carreggiata, che non sono stati più sostituiti: dunque mancando segnali e altri mezzi di dissuasione, i veicoli invadono la banchina, specialmente in curva, rischiando di investire i pedoni». Visto lo stato precario della sicurezza su quel tratto di strada (gestita da Anas, ndc) sulla sponda alessese, il 15 luglio scorso il ricorrente ha chiesto al Comune di Sant’Alessio Siculo di adottare tutte le misure necessarie per tutelare la sicurezza dei pedoni (ripristino della segnaletica, apposizione di dossi rallentatori), ma la richiesta è stata ignorata e dunque ha deciso di tutelarsi contro il silenzio sulla sua istanza. Tutela che richiede la conoscenza degli atti di gestione della strada, tra cui la delibera con la quale è stato delimitato il centro abitato, in modo da individuare l’Ente competente all’adozione delle misure di sicurezza della circolazione. L’atto non è stato trovato sul sito istituzionale del Comune e così il 23 settembre ne ha chiesto il rilascio di copia corredata dalla cartografia, ma anche tale richiesta è stata ignorata (come il sollecito del 23 ottobre, dopo la scadenza del termine di legge). Così il Tar, dove il Comune di Sant’Alessio Siculo non si è costituito in giudizio, con una sentenza pubblicata ieri ha accolto il ricorso del cittadino, assistito dall’avvocato Dario Sammartino, e ha ordinato l’ente a rilasciare entro 30 giorni copia della documentazione richiesta, condannandolo al pagamento di 800 euro di spese di giudizio.