Sabato 21 Dicembre 2024
Contestate violazioni per una struttura realizzata sul lungomare nonostante le diffide


Sant'Alessio, il Comune ordina la demolizione di una tettoia davanti un bar-rosticceria

di Andrea Rifatto | 26/03/2020 | ATTUALITÀ

8152 Lettori unici | Commenti 1

La tettoia contestata dal Comune

Demolizione della tettoia esterna entro 90 giorni, altrimenti scatterà la procedura di acquisizione al patrimonio comunale. È ciò che ha ordinato il Comune di Sant’Alessio, con un provvedimento firmato dal dirigente dell’Ufficio tecnico, l’architetto Gaetano Faranna, alla titolare del bar-pasticceria-gelateria-rosticceria “La Bella”, locale situato sul lungomare all’angolo con via Dei Pescatori. L’ordinanza impone la rimozione di una tettoia in legno, con copertura in tegole e chiusura laterale smontabile in alluminio e vetri, realizzata nei mesi scorsi davanti l’attività, per una superficie interna di 20 metri quadrati e un’altezza che va dai 3 metri al colmo ai 2,55 metri alla gronda, con una fioriera in legno realizzata lato traversa. Secondo l’Ufficio tecnico, che il 3 marzo ha effettuato un sopralluogo con la Polizia municipale, le opere sono state realizzate su area demaniale in difformità al Regolamento edilizio e in assenza di titolo abilitativo, in contrasto con le norme urbanistiche del Piano regolatore generale in quanto l’area ricade in zona destinata a verde pubblico, dove è consentito realizzare solo attrezzature per il verde e collocare attrezzature sportive. Il Regolamento edilizio prevede poi che le tettoie abbiano altezza massima di 3 metri al colmo e 2,20 alla gronda e non possano essere chiuse, anche con strutture precarie; inoltre la fioriera, realizzata in prossimità dell’incrocio, secondo il Comune crea ostacolo al transito veicolare. Già il 12 novembre la titolare del bar “La Bella” e il progettista-direttore dei lavori erano stati diffidati a non iniziare i lavori e il 27 dicembre la titolare aveva riscontrato la diffida chiedendo di poter completare la struttura amovibile: l’Ente ha risposto il 7 gennaio con una nuova diffida, ma i lavori sono andati avanti comunque e sono stati ultimati. Contro l’ordinanza potrà essere presentato ricorso al Tar. Il provvedimento è stato notificato alla proprietaria e inviato alla Procura della Repubblica, alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, al Genio civile, all’Agenzia del Demanio, alla Stazione Carabinieri, alla Polizia municipale e al sindaco.


COMMENTI

Domenico Panico | il 27/03/2020 alle 00:00:36

Questa burocrazia deve essere eliminato se vogliamo andare avanti fate valere la supremazia per cose più grave no alle persone che cercano di lavorare

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.