Sant'Alessio, il depuratore scarica in mare senza autorizzazione: multato il Comune
di Andrea Rifatto | 05/06/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/06/2021 | ATTUALITÀ
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La condotta scarica le acque al largo
Quando si dice oltre al danno, la beffa. È ciò che hanno pensato gli amministratori comunali di Sant’Alessio Siculo quando si sono visti recapitare in municipio, nei giorni scorsi, un’ordinanza-ingiunzione inviata dalla Città metropolitana relativa ad un verbale elevato nell’ottobre 2019 elevato dalla Capitaneria di Porto di Messina, che ha contestato al Comune la violazione dell’articolo 124 comma 1 del Decreto Legislativo 152/2006 (Testo unico dell’Ambiente) per aver scaricato in mare i reflui (depurati) in uscita dall’impianto di depurazione fognaria, al largo della foce del torrente Salice, senza la necessaria autorizzazione da parte della Regione siciliana. Una violazione di carattere amministrativo che è costata una sanzione da 6mila 015 euro con pagamento in solido a carico del responsabile dell’Area Tecnica e del sindaco, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. La contestazione ha fatto arrabbiare non poco amministratori e tecnici, visto che l’attuale governo cittadino, appena insediatosi nel giugno 2017, aveva inviato la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione considerato che quella precedente del 2013 era scaduta, ma fino ad oggi, nonostante l’Ufficio tecnico si sia adoperato inoltrando varie note e chiedendo notizie in merito alla pratica, non è stato rilasciato il nulla osta. Nel vicino comune di Santa Teresa di Riva, ad esempio, è stato necessario attendere cinque anni, dal 2013 al 2018, per avere l’autorizzazione allo scarico. L’Ufficio tecnico guidato dal geometra Giuseppe Moschella e il sindaco Giovanni Foti hanno inviato alla Città metropolitana una memoria difensiva in merito alle presunte irregolarità riscontrare, senza però aver ricevuto risposta: la Giunta, quindi, ha deciso di costituirsi tempestivamente in giudizio per tutelare i diritti e gli interessi del Comune, stanziando 1.000 euro per affidare l’incarico legale all’avvocato Anita Maria Lo Po di Mongiuffi Melia, affinché proceda contro l’ordinanza dell’ex Provincia, in quanto l’Ente ritiene di essersi sempre adoperato per richiedere il rinnovo dell’autorizzazione e contesta la sanzione, legata ai ritardi della Regione nel completare l’iter e chiudere la pratica.