Giovedì 21 Novembre 2024
Verifiche sulle posizioni degli amministratori. Segnalazione a Regione e Procura


Sant'Alessio, incompatibilità dei consiglieri: indagini dei Cc ed esposto della minoranza

di Andrea Rifatto | 21/10/2022 | ATTUALITÀ

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Per l'opposizione potrebbero esserci incompatibilità

“Se venisse consentito a consiglieri incompatibili di amministrare l’ente verso il quale risulterebbero debitori morosi, ben consapevoli di esserlo, sarebbe grave: pertanto invochiamo l’intervento della Regione al fine di verificare la reale situazione di pendenze tributarie in capo ad ogni singolo consigliere”. A scriverlo sono gli esponenti di minoranza di Sant’Alessio Siculo, Giuseppe Riggio, Tina Cannavò e Cristina Triolo, in un esposto inviato all’Assessorato regionale Autonomie locali e Funzione pubblica e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Messina, in merito alle presunte incompatibilità di consiglieri in quanto possibili debitori di tributi arretrati verso il Comune, una delle cause ostative contemplate dalla Legge regionale 31/1986 che in questi casi prevede la decadenza dalla carica. Una questione sorta già nella seduta di insediamento del 27 giugno, quando il Consiglio ha preso atto all’unanimità che non vi sono cause di incompatibilità, visto che non è stata sollevata alcuna contestazione e nessuno dei consiglieri si è dichiarato incompatibile, con l’opposizione che si è però riservata di “compulsare gli atti e in caso segnalare eventuali profili di criticità”. Sulla questione vi sono indagini in corso da parte dei carabinieri della Stazione di Sant’Alessio, che già prima della presentazione dell’esposto hanno acquisito della documentazione in municipio. L’8 luglio la minoranza ha voluto verificare la rispondenza delle dichiarazioni rese in aula con la reale situazione debitoria con il Comune e ha chiesto la situazione di ogni singolo consigliere: l’11 agosto la segretaria comunale ha risposto spiegando che nessun consigliere risulta messo in mora nè destinatario di cartelle di pagamento. Una risposta ritenuta non soddisfacente. “Ai fini di chiarezza e trasparenza, ci si aspettava che per rispetto verso gli elettori ciascun consigliere sentisse il dovere di dichiarare i propri eventuali debiti nei confronti del Comune - evidenziano i consiglieri nella segnalazione - se si è avvalso di sanatorie o se ha avanzato proposta di rateizzazione”.

“A tutt’oggi non è dato sapere se i consiglieri comunali in carica hanno presentato in passato o dopo le elezioni comunali del 12 giugno 2022 richiesta di rateizzazione - scrivono Riggio, Cannavò e Triolo - che equivale comunque al pieno riconoscimento e alla consapevolezza di avere un debito certo ed esigibile verso l’Ente amministrato e rende, in ogni caso, superflua e non necessaria l’eventuale costituzione in mora dei consiglieri morosi da parte del Comune. Ove, infatti, l’eventuale debito non esistesse, non avrebbe senso proporre alcuna rateizzazione, proprio per l’assoluta inesistenza del suo logico ed indispensabile presupposto (il debito). La rateizzazione del pagamento si ritiene debba essere intesa come riconoscimento di un debito certo ed esigibile - proseguono i tre consiglieri citando una nota del Ministero dell’Interno - e se è stata richiesta e accettata la rateizzazione, ma non sono state pagate le rate della scadenza prevista, sarebbe ancora peggio. La semplice richiesta di rateizzazione del debito verso l’Ente - sottolineano nell’esposto - non fa venire meno la causa di incompatibilità e per farla cessare occorre aver versato l’ultima rata del piano di rateizzazione in corso, come chiarito dal Ministero dell’interno”. Riggio, Cannavò e Triolo sono tornati alla carica l’8 agosto, chiedendo alla segretaria comunale anche l’eventuale posizione debitoria dei membri della giunta: la funzionaria si è confrontata con il responsabile della protezione dei dati e quest’ultimo ha risposto che vi è “l’assenza di interesse pubblico che possa prevalere sul diritto alla riservatezza degli interessati:”. Risposta ritenuta evasiva dall’opposizione, giustificata da un richiamo alla privacy bollato come “pretestuoso, risibile e inappropriato, dietro al quale gli attuali amministratori comunali si stanno trincerando e che non consente di verificare se le dichiarazioni rese in Consiglio siano rispondenti al vero”. Da qui la decisione di scrivere anche alla Procura, “per quanto di competenza anche in ordine al chiaro ostruzionismo nel fornire le informazioni utili per accertare eventuali cause di incompatibilità”.


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