Giovedì 26 Dicembre 2024
Lavori fermi per carenze dell’impresa: si rischia la rescissione del contratto


Sant’Alessio, indagine dell’Anticorruzione sulla barriera soffolta

di Andrea Rifatto | 24/02/2016 | ATTUALITÀ

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Il pontone della discordia: c'è stata turbativa d'asta?

Si accendono i riflettori dell’Autorità nazionale Anticorruzione sui lavori relativi alle opere di salvaguardia della costa e dell’abitato di Sant’Alessio Siculo. È quanto emerso nella seduta di Consiglio comunale di ieri sera, convocata su input del gruppo di minoranza che ha chiesto di sapere i motivi che hanno portato all'interruzione dei lavori per la realizzazione del terzo lotto della barriera soffolta e i tempi di ripresa e completamento degli interventi. A spiegare come stanno le cose è stato l’ing. Giuseppe Mallandrino, direttore dei lavori, che davanti al Civico consesso al gran completo, al sindaco ed agli assessori ha ricostruito l’ultimo anno in cui i lavori sono rimasti fermi. Dal dicembre 2014, infatti, le opere sono state interrotte in seguito ad alcune criticità riscontrate dal collaudatore in corso d’opera, l’ing. Luigi Boeri di Pisa, tra cui la più rilevante è che l’utilizzo del pontone per la posa dei massi in mare, noleggiato a caldo dall’impresa (attrezzatura ed equipaggio al seguito), si configuri come un subappalto (non previsto dal capitolato) e non un semplice contratto di nolo. Da qui le indicazioni al direttore dei lavori affinchè prendesse i dovuti provvedimenti, concrettizzatisi nell’emissione di alcuni ordini di servizio che disponevano alla ditta appaltatrice di munirsi della necessaria attrezzatura: ordini ai quali l’impresa non si è adeguata, costringendo l’ing. Mallandrino a proporre la rescissione del contratto. Nel frattempo la direzione lavori ha redatto una perizia di variante, pari al 3% dell’importo complessivo dei lavori, resasi indispensabile per risolvere quattro questioni tecniche, come la necessità di acquistare altri 270 scogli visto che dei 400 che erano stati dati come già presenti in cantiere dopo i lavori del primo lotto ne sono stati rinvenuti solo 130. Variante che ha comportato la sospensione dei lavori in regime di rescissione, “un caso particolare” come è stato definito dal direttore dei lavori, e che è stata approvata dopo l’estate 2015 dall’Ufficio del commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, committente dell’opera, con la clausola che alla ripresa dei lavori la ditta esecutrice doveva presentarsi con un proprio pontone, pena le rescissione del contratto.

Il 28 ottobre scorso, però, nel corso di un tavolo tecnico convocato a Palermo, è emersa un’altra problematica: la struttura commissariale ha infatti sollevato dei dubbi sulla procedura di gara espletata nel 2013, configurando una presunta turbativa d’asta anche alla luce delle capacità tecniche dichiarate dall’impresa alla firma del contratto, avvenuta presso il ministero dell’Ambiente il 6 dicembre 2013, in meirto al possesso del pontone. Da qui la decisione di inviare tutto l’incartamento all’Anticorruzione per chiarire ogni dubbio: il fascicolo è stato inoltrato il 29 gennaio e si attende la risposta dell’Autorità presieduta da Raffaele Cantone. “Il rischio è di non vedere mai completata l’opera – hanno rilevato dai banchi di opposizione i consiglieri Giuseppe Riggio e Daniela Carnabuci – e ci chiediamo come mai si sia arrivati a completare quasi tutti i lavori senza accorgersi di queste anomalie”. Alla chiusura del cantiere l’impresa, che si è aggiudicata l'appalto per un importo di 2 milioni 387mila euro, ha infatti eseguito il 90% di quanto previsto in progetto e ha ricevuto i pagamenti per circa il 45% di quanto realizzato. “Una situazione assurda – ha aggiunto dal pubblico l’ex sindaco di Sant’Alessio Giovanni Foti –: perché il collaudatore non ha riscontrato nulla nei primi due stati di avanzamento lavori e con l’opera completata al 90% rileva queste criticità che rischiano di far saltare tutto l’appalto? Noi cittadini non accettiamo tutto ciò e siamo pronti a reagire nelle dovute sedi”. Per il capogruppo di minoranza Riggio rimangono dubbi sui massi posati in mare, che a suo dire non sarebbero del tonnellaggio previsto in progetto. “I blocchi posati sono quelli previsti in capitolato – ha replicato Mallandrino – e dobbiamo ancora effettuare i rilievi per il controllo definitivo su questo aspetto”.
“L’impresa si è presentata come se fosse un armatore quando invece non lo è – ha aggiunto il sindaco Rosa Anna Fichera – e a farne le spese al momento è la nostra comunità, che vive di turismo e subisce notevoli disagi”. L’auspicio unanime è che dall’Anac arrivino notizie rassicuranti e che le controversie con l’impresa si possano risolvere senza ulteriori intoppi, in modo da completare l’opera nel più breve tempo possibile e non sforare i limiti imposti dal finanziamento (fine lavori marzo 2017 prorogabile al 2018). In caso contrario sarà necessario avviare una procedura di gara negoziata, invitando almeno tre partecipanti, e riaffidare i lavori.

Capitolo ripascimento dell’arenile. Il consigliere Carnabuci ha chiesto lumi all’Amministrazione sullo stato dell’iter per i lavori di ripascimento artificiale dell’arenile tramite il prelievo di materiale sabbioso dal letto del torrente Agrò: “Mancano pochi mesi all’estate e vorremmo capire se sarà un’altra stagione senza spiaggia e se ci sono rischi che il finanziamento vada perduto”. Un’opera molto attesa anche alla luce del via libera definitivo del luglio scorso dal Comitato tecnico-amministrativo del Provveditorato Opere pubbliche Sicilia al progetto inerente “Interventi urgenti per la mitigazione del rischio di esondazione del torrente Agrò e dei suoi affluenti Brisi e Licastro, con ripascimento dell’arenile a salvaguardia del centro abitato”, dal costo complessivo di 1 milione 550mila euro. Il sindaco Fichera ha spiegato che il finanziamento è stato ripartito per annualità: 250mila euro sono stati concessi per il 2015 (altrettanti nel 2016) e sono stati utilizzati per atti di gara e per le analisi da eseguire sulla sabbia dell’Agrò, svolte da una ditta incaricata in contradditorio con l’Arpa, e i cui risultati sono stati consegnati proprio ieri in municipio. “Non si è perso tempo – ha sottolineato il primo cittadino – e speriamo di poter effettuare i lavori prima dell’estate. Adesso si procederà con l’approvazione del progetto esecutivo e le successive procedure di gara”. I tempi sono molto stretti ma l’Amministrazione conta dunque di ridare a Sant’Alessio una spiaggia già a partire dalla stagione balneare 2016, con la speranza che i ritardi nei lavori di realizzazione della barriera soffolta non vanifichino tutto lasciando la cittadina del Capo in una situazione di stallo turistico ed economico che si protrae ormai da diversi anni. 

La seduta di Consiglio comunale

Più informazioni: spiaggia sant'alessio siculo  


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