Sant'Alessio, la maggioranza dice no all'imposta di soggiorno: "Non è il momento giusto"
di Andrea Rifatto | 13/02/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 13/02/2023 | ATTUALITÀ
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Ferlito e Trischitta hanno spiegato i motivi del no
Per il momento è arrivata una risposta negativa, ma non è escluso che in futuro se ne torni a parlare. L’imposta di soggiorno, tassa a carico di chi pernotta nelle strutture ricettive dei comuni turistici che la introducono, a Sant’Alessio Siculo non sarà istituita. Così ha deciso il Consiglio comunale, bocciando con i sei voti della maggioranza la mozione presentata dai tre consiglieri di opposizione, gli unici a votarla favorevolmente, secondo i quali sarebbe un contributo utile a coprire i costi dei servizi e fare cassa. Sul tema bocche cucite in maggioranza e a spiegare i motivi del no è stato il presidente Natale Ferlito: “Veniamo da una pandemia e siamo dentro una guerra - ha esordito - tanto che negli ultimi anni abbiamo sofferto l’assenza di turisti stranieri russi e ucraini. Introdurre l’imposta adesso comporterebbe problemi con i tour operator che siglano i contratti con gli alberghi, non è il periodo giusto - ha detto - e più di un operatore turistico non è convinto sull’istituzione della tassa. È necessario creare un tavolo tecnico con tutti gli operatori, compresi quanti gestiscono case vacanza e appartamenti, per capire cosa suggeriscono. Secondo i nostri calcoli il gettito sarebbe sui 25-30.000 euro l’anno”. Tesi analoga quella esposta dall’assessore al Turismo, Saro Trischitta: “Non sono contrario all’istituzione dell’imposta, alcuni comuni limitrofi l’hanno già adottata e prima o poi si dovrà introdurre pure a Sant’Alessio, anche se sono convinto che se facessimo un confronto scopriremmo che il 70% degli albergatori è contrario. In ogni caso non è questo il momento di mettere l’imposta - ha detto l’assessore - attendiamo il completamento delle opere di salvaguardia della costa con il ripascimento che ci consegnerà una nuova spiaggia e solo dopo potremo chiedere ai turisti di versare una tassa”. Secondo la minoranza, che sul tema auspicava un confronto in aula con l’intervento di ogni consigliere, pensare che sia solo un modo per tassare l’ospite è avere una visione miope: “I cittadini chiedono decoro, arredo urbano e progetti di riqualificazione urbana - ha evidenziato la consigliera Cristina Triolo - ma purtroppo crediamo che questa Amministrazione comunale non abbia la volontà di programmare. L’imposta è una fonte di reddito per il Comune per coprire i servizi per il turismo, dire che non è il momento giusto è solo un alibi”. Per la capogruppo Tina Cannavò “introdurla potrebbe essere un comportamento virtuoso per la Corte dei conti, visto che siamo in piano di riequilibrio”, mentre per il consigliere Giuseppe Riggio “si potrebbe avere un introito di 100mila euro anche con una tassa di 2 centesimi a turista, ma evidentemente questa entrata non interessa all’Amministrazione. Avete chiesto a quegli operatori che dicono di essere contro la tassa di soggiorno se sono contro anche al decoro e alla pulizia? - ha chiesto alla maggioranza - Forse i posti letto delle attività che abbiamo contattato noi non contavano quanto quelli degli albergatori con cui avete parlato voi”. Maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo sulla necessità di far emergere il turismo sommerso che dilaga in estate, con seconde case affittate e subaffittate in nero e che genera forme di concorrenza sleale ai danni degli operatori onesti.