Sant'Alessio, nuovo gestore per il depuratore finito sotto inchiesta per inquinamento
di Andrea Rifatto | 27/11/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 27/11/2022 | ATTUALITÀ
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L'impianto è utilizzato anche da Forza d'Agrò
Finito al centro di un’indagine della Procura della Repubblica, con tre indagati alla chiusura dell’inchiesta avvenuta nei giorni scorsi, il depuratore fognario di Sant’Alessio Siculo cambia adesso gestore. La gara per il servizio di gestione degli impianti di sollevamento, depurazione, trattamento fanghi e condotto sottomarina, avviata alla scadenza della proroga del precedente affidamento, è stata infatti aggiudicata alla società “Fb Ingegneria Srl” di Siracusa, che ha offerto un ribasso del 23,30% sull’importo a base d’asta di 39mila 126 euro, superando altre tre concorrenti, tra le quali la ditta uscente “Ma.No Tecnologia ed Ambiente Srls” di Santa Teresa di Riva, che ha gestito nell’ultimo anno e mezzo e si è fermata al 4%, mentre la “Rizzo Francesco” di Rometta ha proposto il 19,777% e la “Envi.Sep. “Srl” di Catania un ribasso del 5,19%. La gestione dell’impianto di depurazione, utilizzato anche dal vicino comune di Forza d’Agrò, è stata quindi assegnata alla ditta siracusana per l’importo di 30mila 808 euro oltre Iva al 10%, per il periodo di anno con la possibilità di proroga per ulteriori dodici mesi. Parallelamente alla gara per la conduzione della struttura, la giunta comunale guidata dal sindaco Domenico Aliberti ha stanziato la somma di 4mila euro per conferire un incarico ad un tecnico specializzato per la predisposizione degli atti necessari ad ottenere dalla Regione l’autorizzazione allo scarico in mare dei reflui depurati, scaduta nel 2017 e non rinnovata. Anche per l’assenza di questo provvedimento l’ex sindaco Giovanni Foti (attuale vicesindaco) e l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico Gaetano Faranna, pur avendolo richiesto cinque anni fa inviando la documentazione fino al 2020, sono finiti sotto inchiesta per omissione di atti d’ufficio, ossia “per aver consentito il funzionamento dell’impianto in assenza di autorizzazione allo scarico in uscita dall’impianto nelle acque marine”. Indagata dalla Procura anche Caterina Agata Italia Sapienza, rappresentante legale della ditta “Rizzotti Costruzioni” di Catania che ha gestito l’impianto fino al 2020, che deve rispondere di getto pericoloso di cose (insieme a Foti e Faranna) e da sola di inadempimento di contratti di pubbliche forniture “per non aver eseguito i lavori oggetto del capitolato d’oneri relativo al servizio di gestione, adeguamento sistema ossidativo e sistemazione vasche di sedimentazione”, dopo l’appalto aggiudicato nel giugno 2019.