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Nove documenti dal 2015 al 2022 passati al setaccio. L'Ente chiamato a rispondere


Savoca, criticità nei bilanci e tasse mai riscosse: la Corte dei conti striglia il Comune

di Andrea Rifatto | 03/12/2022 | ATTUALITÀ

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L'Amministrazione dovrà ribattere ai giudici contabili

Numerose criticità contabili, tasse arretrate mai riscosse e procedure per migliorare la situazione finanziaria avviate fuori norma. È quanto rileva la Corte dei conti con una Pronuncia specifica sul Comune di Savoca, contenente parecchie osservazioni su nove bilanci della scorsa legislatura, ossia i rendiconti 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 (gli ultimi due approvati in Consiglio comunale dall’attuale maggioranza) e i bilanci di previsione 2016-2018, 2019-2021 e 2020-2022. Criticità esposte in 19 pagine redatte all’esito dell’istruttoria svolta dal magistrato Antonio Tea della Sezione di controllo per la Regione siciliana, che ha deliberato di approvare la relazione e disporre il contraddittorio con il Comune, che è stato convocato nelle prossime settimane con un’ordinanza firmata dal presidente della Sezione. La Corte dei conti contesta all’ente del borgo collinare il ritardo nell’approvazione dei documenti contabili; la sottostima o l’errata quantificazione di fondi e quote accantonate (in particolare, il Fondo crediti di dubbia esigibilità e il Fondo anticipazione liquidità); la sussistenza di disavanzo con quote non ripianate; l’erronea impostazione del piano di rientro dal disavanzo; il costante ricorso all’anticipazione di tesoreria con rilevanti importi non restituiti a fine esercizio; l’assenza di riscossioni per recupero evasione Imu/Tasi e Tari e, più in generale, la scarsa capacità di riscossione; difficoltà nella capacità di realizzazione dei residui attivi e di smaltimento di quelli passivi; la condizione di ente strutturalmente deficitario per l’esercizio 2019; la sussistenza di criticità nella tempestività dei pagamenti. 

Dai bilanci emerge un disavanzo (rosso) passato dai -29mila 423 euro del 2017 ai -572mila 189 euro del 2021 e nel bilancio di previsione 2022-2024 (approvato il 30 giugno scorso) “sono stati previsti stanziamenti di bilancio rispettivamente pari a 133mila 658 euro nel 2022, 133mila 658 euro nel 2023 e 173mila 270 euro nel 2024 per ripianare il disavanzo - scrive il magistrato - ma il programma di rientro presenta un’impostazione non in linea con le norme vigenti in materia e deve essere riformulato”. In merito ai flussi e ai risultati di cassa si evidenzia anche “una costante carenza di liquidità per l’intero quinquennio 2015-2020 con una consistenza del fondo di cassa finale pari a zero e anticipazioni di cassa rimaste inestinte a fine esercizio” ed è emerso anche che “l’ente non ha proceduto al rinnovo del servizio di tesoreria nell'anno 2019” e che “le somme, siano esse di natura tributaria o patrimoniale, riscosse attraverso affidatari esterni non affluiscono direttamente alla tesoreria dell’Ente”. Rilevato “un consistente incremento dei residui attivi” passati da 2 milioni 088mila 619 euro nel 2015 a 3 milioni 982mila 550 euro nel 2020, e “ridotte percentuali di riscossione”, con Imu/Ici che passa dal 33,07% nel 2015 al 12,45% nel 2020, Tarsu/Tia/Tari dal 12,01% nel 2018 al 4,656% nel 2020 e fitti attivi dal 67,37% nel 2019 e del 55,48% nel 2020. Inoltre emerge “l’assenza di entrate derivanti da recupero dell’evasione tributaria (fatta eccezione per l’Imu nel 2015) e il mancato adeguamento alle disposizioni per l’esercizio 2020”. Nell’ultima seduta di Consiglio, anche alla luce di questi rilievi e all’assenza di pareri del revisore dei conti sul provvedimenti adottati dall’Area Finanziaria, è stata rinviata la discussione sul ripiano del disavanzo del rendiconto 2021 e sulla riapprovazione del risultato di amministrazione dello stesso anno, anche perchè è stata rilevata una impostazione sbagliata a partire dal riaccertamento straordinario dei residui 2015.


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