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Savoca, il Cga sospende la sentenza del Tar sul caso Sicobit: lo stabilimento resta aperto
di Andrea Rifatto | 24/09/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/09/2022 | ATTUALITÀ
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Lo stabilimento a valle di Savoca
Nuovo provvedimento dei giudici e nuovo rinvio, nel frattempo la “Sicobit” può andare avanti. È arrivata all’indomani dell’udienza la decisione del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo sul ricorso presentato dalla società che lavora conglomerati bituminosi nello stabilimento di Savoca, che nelle scorse settimane ha presentato appello contro la sentenza del Tar di Catania con la quale in primo grado è stato respinto il ricorso dell’azienda del Gruppo Musumeci, con l’impossibilità di proseguire con l’attività per l’assenza delle autorizzazioni ambientali e urbanistiche. Dopo la camera di consiglio di mercoledì, il collegio presieduto dalla giudice Rosanna De Nictolis e composto dai consiglieri Solveig Cogliani, Sara Raffaella Molinaro, Antonino Caleca e Marco Mazzamuto ha accolto l’istanza cautelare e sospeso l’esecutività della sentenza del Tar, fissando l’udienza di merito per il 23 marzo 2023 e compensando le spese. Al Cga, oltre la “Sicobit” difesa dagli avvocati Andrea Scuderi e Giuseppe Sciuto, il Comune con l’avvocato Cecilia Nicita e la Città metropolitana con l’avvocato Aldo Tigano, si è costituita anche Sicindustria, rappresentata dall’avvocato Ignazio Scuderi. Secondo i giudici, “il contemperamento fra l’interesse urbanistico, da un lato, e l’interesse allo svolgimento dell’attività di produzione di conglomerati bituminosi, considerata anche la rilevanza di detta produzione, dall’altro lato, vede la prevalenza di quest’ultimo, anche in ragione del fatto che all’esito del giudizio non saranno modificate le possibilità di restauro dell’interesse urbanistico rispetto alla situazione attuale”. Dunque è stata sospesa la sentenza del Tar “al solo fine di consentire interinalmente la prosecuzione dell’attività imprenditoriale alle condizioni stabilite dalle precedenti autorizzazioni, fino alla decisione di merito”. Alla base della controversia, che vede muro contro muro la “Sicobit”, la Città metropolitana e il Comune, i provvedimenti emanati tra maggio e giugno 2021 dai due enti, ossia il rigetto della richiesta di unificazione nell’Autorizzazione unica ambientale delle autorizzazioni esistenti, con l’obbligo a non svolgere attività lavorativa, e il parere dell’Ufficio tecnico che non ha riconosciuto la compatibilità urbanistica dell’area di contrada Mandrazzi dove sorge l’insediamento, in quanto in zona E (agricola) del PdF dove sono vietate attività industriali e di cava, così come nel Prg del 2019.