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Savoca, il Tar sospende gli atti di Comune e Città metropolitana: la Sicobit va avanti
di Andrea Rifatto | 14/07/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/07/2021 | ATTUALITÀ
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Lo stabilimento di contrada Mandrazzi
Le attività della Sicobit vanno avanti e i 26 posti di lavoro sono salvi, almeno per un altro anno. Il Tar di Catania ha infatti accolto il ricorso cautelare presentato dall’impresa del gruppo Musumeci che lavora conglomerati bituminosi all’interno dello stabilimento di Savoca e ha sospeso i provvedimenti emanati dalla Città metropolitana e dal Comune, ossia il rigetto della richiesta di unificazione e concentrazione nell’Autorizzazione unica ambientale delle autorizzazioni già esistenti, con l’obbligo a non svolgere alcuna attività lavorativa, e il parere dell’Ufficio tecnico comunale che non ha riconosciuto la compatibilità urbanistica dell’area di contrada Mandrazzi dove sorge l’insediamento, in quanto classificata agricola e non per usi industriali, richiamato nel provvedimento di rigetto dell’ex Provincia quale unico presupposto dello stesso. I giudici della Prima Sezione hanno ritenuto che “la complessità delle questioni in fatto e in diritto sottese all’oggetto di controversia richiedano l’approfondito esame proprio della sede di merito e che, nel bilanciamento fra i diversi interessi che vengono in rilievo, sia preferibile la soluzione cautelare che consenta di pervenire alla decisione re adhuc integra (essendo la questione non ancora compromessa, ndc), non comportando comunque detta soluzione una rilevante compromissione dell’interesse pubblico anche alla luce del carattere risalente dell’attività svolta nell’area di interesse dalla società ricorrente”. Dunque per il momento è stata sospesa l’efficacia degli atti contestati dalla Sicobit, difesa dagli avvocati Andrea Scuderi e Giuseppe Sciuto, quantomeno fino alla definizione nel merito della causa, che avverrà nell’udienza fissata per l’8 giugno 2022. Il Comune di Savoca è rappresentato dall’avvocato Cecilia Nicita, la Città metropolitana dall’avvocato Aldo Tigano mentre l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, l’Autorità di Bacino e il Demanio dall’Avvocatura dello Stato. Un caso delicato e complesso, visto che la permanenza dello stabilimento in quel sito, da sempre con destinazione agricola, non è stata mai affrontata seriamente e solo adesso sono emersi problemi la cui risoluzione è stata rinviata per anni, che vedono in campo anche la Fillea Cgil e l’Ance a difesa dei lavoratori e dell’impresa.