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Savoca, Sicobit a rischio chiusura e licenziamenti: si mobilitano sindacati e costruttori
di Andrea Rifatto | 18/08/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 18/08/2022 | ATTUALITÀ
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Lo stabilimento della Sicobit a Savoca
“Ancora una volta i lavoratori della Sicobit, insieme a tutto l’indotto, rischiano di perdere definitivamente il loro posto di lavoro, in cui alcuni sono impegnati da più di vent’anni, per delle criticità relative al Piano regolatore generale”. È l’amaro commento del sindacato Fillea Cgil di Messina, all’indomani della sentenza del Tar di Catania che ha respinto il ricorso presentato dalla società del gruppo Musumeci contro la Città metropolitana e il Comune di Savoca per far annullare i provvedimenti di carattere ambientale e urbanistico che hanno disposto la cessazione delle attività all’interno dello stabilimento di conglomerati bituminosi in contrada Mandrazzi. “È doveroso far rispettare le disposizioni e le leggi, ma per la Fillea è imprescindibile garantire la salvaguardia dei posti di lavoro - scrive il sindacato - messi a rischio dall'assenza di una reale volontà di individuare una definizione politica rispetto ad una problematica che si trascina da anni. Adesso si tratta di aprire un confronto vero tra sindacato, azienda e Comune per trovare adeguate soluzioni alternative e relativi tempi d’attuazione”. Il segretario generale della Fillea Cgil di Messina, Mario Mancini, ha scritto al prefetto segnalando "una crisi occupazionale che coinvolgerà circa 50 lavoratori tra diretti e indiretti", chiedendo un incontro urgente con il Comune di Savoca e la ditta Sicobit: “Al netto delle contraddizioni fin qui registrate - ha evidenziato - riteniamo necessario scongiurare il rischio che a pagare il prezzo di tale scelta siano i lavoratori, che in assenza di interventi immediati saranno licenziati nei prossimi giorni, senza nessuna futura prospettiva occupazionale e con il rischio concreto di fortissime tensioni sociali”. Da qui la richiesta di aprire un tavolo “per evitare in dramma sociale ad un territorio già impoverito e individuare possibili alternative a tutela dei livelli occupazionali”. Già a giugno 2021 le parti si erano incontrate nel municipio di Savoca e il sindaco Massimo Stracuzzi aveva evidenziato come premesse a tutta l’Amministrazione salvaguardare i posti di lavoro. Sulla vicenda è intervenuta anche Ance Messina. “Siamo a fianco della Sicobit per difendere impresa e lavoro, pronti ad intervenire in tutte le sedi possibili per sostenere la nostra associata, vittima di una vicenda in cui burocrazia e inerzia delle amministrazioni pubbliche rischiano di uccidere una attività produttiva presente da oltre 25 anni”. A dirlo è il presidente Pippo Ricciardello, che fa sentire la voce dei costruttori messinesi. “Alfio Musumeci è un collega appartenente ad una famiglia di imprenditori presente da decenni sul nostro territorio – evidenzia Ricciardello – ha un insediamento industriale realizzato in quell’area con tutti i crismi della legalità e, da qualche anno, combatte una battaglia per mantenere decine di posti di lavoro e la propria attività imprenditoriale costruita con tanti sacrifici ed impegno. Credo sia intollerabile che, come in questo caso, una procedura avviata dalla stessa azienda possa nascondere il rischio chiusura per l’assenza di un nulla osta per la prosecuzione dell’attività, che doveva essere stato attuato dal Comune tanti anni fa. In questo modo un passaggio burocratico indipendente dalla volontà del privato - sottolinea il presidente dei costruttori - si trasforma in arma letale per qualunque realtà aziendale, anche radicata e affidabile, come è sicuramente la Sicobit.” Ance Messina era già intervenuta sul problema a giugno 2021, a sostegno della impresa, e lo fa nuovamente alla luce della sentenza del Tar che mette di nuovo in pericolo il futuro della Sicobit: “Non entriamo nel merito della vicenda, ma serve, immediatamente, l’apertura di un tavolo di confronto tra l’azienda e gli enti coinvolti, in modo da trovare una soluzione compatibile con gli interessi dell’azienda e di decine di famiglie coinvolte. Siamo pronti – conclude Pippo Ricciardello – ad offrire anche noi sostegno al collega Musumeci, insieme alle forze sindacali, perché si tratta di un provvedimento che dovrà essere profondamente rivisto, ridando serenità a un imprenditore al quale non può essere negato il diritto a fare il proprio mestiere, senza avere alcuna responsabilità nel merito”.