Savoca, timori per la Sicobit a Contura: "Ancora nessun accordo, la salute prima di tutto"
di Andrea Rifatto | 27/01/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 27/01/2024 | ATTUALITÀ
946 Lettori unici
Maggioranza e minoranza
“Prima l’antenna, adesso l’industria: di questo passo meglio vendere casa e andare via”. C’è rabbia e sconforto tra i cittadini della frazione Contura di Savoca, dove potrebbe trasferirsi lo stabilimento della “Sicobit” che produce conglomerati bituminosi ai piedi del centro storico. Comune e società stanno dialogando per trovare una soluzione che potrebbe porre fine ai trentennali contenziosi amministrativi, in cui “ballano” richieste di risarcimento fino a 2,4 milioni di euro ai danni dell’ente, ed è stata individuata un’area privata nella zona classificata come artigianale-industriale nel Piano regolatore generale in fase di approvazione. Il dibattito si è aperto in Consiglio comunale su richiesta della minoranza: “Che interesse ha l’Amministrazione a spostare l’impianto a ridosso del centro abitato? - ha chiesto il capogruppo Giuseppe Muscolino - e perchè da ottobre la trattativa è stata fatta senza interpellare il Consiglio e informare la cittadinanza? Non troviamo una spiegazione plausibile che superi il diritto alla salute dei cittadini”. A rispondere è stato il sindaco Massimo Stracuzzi, che ha spiegato come il Comune non poteva sottrarsi alla proposta di dialogo della “Sicobit” (avanzata ai sensi dell’art. 11 c. 1 bis Legge 241/1990): “Al momento non c’è alcun accordo ma siamo in una fase interlocutoria - ha detto in un’aula gremita di residenti - per capire se si possa arrivare ad una soluzione. La priorità è la tutela dell’ambiente e della popolazione, non ottengo favori personali ma sto cercando di avere il massimo per la collettività. Abbiamo chiesto le specifiche tecniche degli impianti industriali, soprattutto per capire che tipo di emissioni in atmosfera ci saranno - ha aggiunto - e il confronto con la cittadinanza si sarebbe tenuto dopo aver avuto queste risposte”. Il Comune ha subito chiesto alla “Sicobit” che la circolazione dei mezzi pesanti sia “sganciata” dalla strada provinciale e la società ha già redatto un progetto che prevede una via alternativa a ridosso del torrente Agrò fino a San Francesco di Paola. “Lo stabilimento a Contura sarebbe un sciagura - ha contestato l’opposizione - a pochi metri vi sono le abitazioni e la scuola dell’infanzia e gli immobili verrebbero svalutati immobili. Nei verbali degli incontri di parla già di accordo di massima, contatti con altri enti e cronoprogramma delle fasi di realizzazione - ha evidenziato il capogruppo Muscolino - il sindaco deve dare conto prima di tutto ai cittadini, grazie ai quali occupa quella poltrona. È oggettivo che ci sarebbe un danno per la salute pubblica e siamo pronti a interpellare gli organi competenti. L’Amministrazione avrebbe dovuto convocare gli altri sindaci e trovare un sito lontano dai centri abitati”. Stracuzzi ha replicato che gli altri enti sono stati interpellati per capire la fattibilità dello spostamento e non perchè vi sia già un accordo, ricordando come spetti alla Città metropolitana rilasciare l’autorizzazione ambientale. “Grazie alla minoranza per aver posto attenzione sull’argomento, dovevamo farlo noi ma siamo stati assorbiti da altro - ha detto il capogruppo di maggioranza Sergio Trimarchi - non ci sono posizioni preconcette ma avendo l’onere di governare non siamo nelle condizioni di rifiutarci di trattare una questione. Se si riuscisse a chiudere un accordo, finalizzato a porre fine a vicende trentennali, il Comune metterebbe un punto storico, ma ad oggi non ci sono accordi scritti o verbali, si sta solo valutando ed è normale interpellare tutti gli enti per trovare una soluzione che vada bene a tutti. Se non ci sono le condizioni si andrà avanti con la battaglia legale, se perderemo pagheremo ciò che diranno le sentenze. Siamo disponibili a recepire suggerimenti - ha concluso - la posizione è aperta e disponibile al confronto al fine di trovare una soluzione che metta al primo posto Savoca e i savocesi”.