Scaletta, "Popolazione a rischio per i torrenti, intervenga l'Amministrazione"
25/06/2018 | ATTUALITÀ
25/06/2018 | ATTUALITÀ
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Il torrente Racinazzi
Sono trascorsi quasi due anni dall’allarme lanciato dai Comitati cittadini di Scaletta Zanclea, i quali ancora una volta denunciavano lo stato di abbandono dei torrenti Divieto e Racinazzi, luoghi già distrutti dall’alluvione del primo ottobre 2009, che purtroppo causò 37 Vittime a Scaletta e a Giampilieri. L’attivista del Movimento 5 Stelle Francesco Aloisi, nonché organizer del Meetup Grilli Jonici Messinesi, lancia nuovamente l’allarme sottolineando l’imminente pericolo che vige attualmente. “Nel 2016 avevamo intrapreso una petizione popolare per denunciare questa vicenda che ha dell’assurdo – esordisce Aloisi – al “Divieto” il sottopasso che giace nella parte finale del torrente era ed è invaso da oltre un metro di arenile e sterpaglie che hanno pericolosamente innalzato l’alveo, limitando così il normale deflusso delle acque. Attualmente riscontriamo anche la presenza di liquami che a tratti vengono sversati nel torrente, a causa del malfunzionamento dell’impianto fognario. Questo stato di abbandono perdura dal 2016 nonostante i solleciti e i sopralluoghi dello scorso ottobre, effettuati anche dal deputato regionale del M5S Valentina Zafarana, oltre che dal Comitato Divieto. Come è noto, l’Amministrazione comunale di Scaletta è in dissesto finanziario, e quindi non dispone di liquidità per affrontare tale spesa (circa 20mila euro), tuttavia - continua Aloisi - il sindaco Gianfranco Moschella aveva manifestato la volontà di stornare tali fondi (che tra l’altro risultano essere esigui) dal finanziamento di un milione di euro erogato nelle casse del Comune per la mitigazione del dissesto idrogeologico. L’unico ostacolo che di fatto impediva l’esecuzione dei lavori era rappresentato dall’aspetto burocratico, visto che su quest’area c’è la competenza di Protezione civile e Genio civile per quanto riguarda la manutenzione, le Ferrovie devono concedere il permesso per l’esecuzione dei lavori nel sottopasso, mentre il Demanio marittimo deve autorizzare il passaggio dei mezzi pesanti e valutare anche la componente da ricollocare sulla spiaggia o in discarica. Tutto ciò non può e non deve giustificare lo stato di abbandono in cui giacciono questi torrenti. In questi giorni di campagna elettorale abbiamo persino ricevuto la visita del Presidente della Regione Nello Musumeci, ormai al governo regionale da 7 mesi, come è noto si è concentrato di più sulle varie “sponsorizzazioni” che alle problematiche degli enti locali, avevamo chiesto l’ordinaria manutenzione ma evidentemente non è cambiato nulla. In Sicilia la situazione odierna risulta essere un vero disastro, la mitigazione del rischio idrogeologico è ancora un miraggio. Una situazione, quella del rischio idrogeologico, che va affrontata al più presto”. “Ogni anno nel periodo autunnale si ripropone il medesimo problema – scrive ancora l’attivista Cinque Stelle – capire che l’incombere di questi eventi sia ormai una fattispecie inevitabile è anche una questione culturale, non possiamo ignorare il comportamento meteorologico, così come non possiamo pretendere che un fiume possa defluire con l'alveo colmo di detriti e la foce ostruita. In questi mesi, dal governatore Musumeci ci saremmo aspettati un intervento concreto, atto ad organizzare un monitoraggio periodico, un'importante campagna di prevenzione che potesse garantire perlomeno l'ordinaria manutenzione dei torrenti. E invece il buio più assoluto!! Persino la situazione del Torrente Racinazzi risulta in stasi, infatti a nostro avviso anche questo torrente non è per niente sicuro. I lavori eseguiti dal Genio civile, che avrebbero dovuto completare l’ampliamento dell’alveo, sono stati interrotti per mancanza di fondi (3 milioni di euro mancanti per completate l’opera progettata dalle Ferrovie dello Stato) lasciando il cantiere aperto e l’alveo incompleto (area di cantiere espropriata di competenza della Protezione civile). Poche settimane fa, in occasione della presentazione del progetto della strada del cimitero, l’ingegnere capo della Protezione civile regionale, Calogero Foti, Incalzato dal pubblico affermava testuali parole: “I calcoli idraulici dell’intervento eseguito dal Genio civile di Messina rassicurano un elevato grado di sicurezza, altrimenti non saremmo così tranquilli, i tecnici del Genio civile hanno eseguito un calcolo idraulico che dimostrava la coerenza, anche per via delle opere di protezione che sono state fatte a monte e che dovrebbero bloccare il materiale più grosso che sarebbe poi quello prodotto dalle costruzioni, lasciando poi quello più minuto e l’acqua scorrere, quindi non dovrebbe esserci alcun problema”. L’ingegnere capo continuava dicendo che “la completezza dell’opera aumenta solo la percezione di sicurezza non il grado di sicurezza, sono due concetti diversi”. In buona sintesi Foti ci ha voluto dire che le Ferrovie non ha alcun interesse nell’investire sul completamento di quest’opera, in virtù del fatto che tra 15 anni circa, proprio perchè vi è in cantiere il progetto del doppio doppio binario, la ferrovia sarà appunto spostata a monte. Queste affermazioni ci lasciano perplessi e a nostro avviso risultano assurde, lasciare quest’opera incompleta per questioni di opportunità mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini scalettesi e di tutti i pendolari che quotidianamente percorrono tale tratto è follia allo stato puro”. “Tra l’altro, anche per questo torrente dobbiamo evidenziare una totale incuria – conclude Francesco Aloisi – infatti le sterpaglie stanno invadendo l’intero letto del fiume, è palese l’inadeguato intervento strutturale che ad ogni pioggia causa allagamenti alle abitazioni limitrofe, con tanto di “detriti” che si riversano sulla SS 114. Non garantire l’ordinaria manutenzione di tali torrenti significa mettere a rischio l’incolumità dell’intera cittadinanza, già provata dagli eventi alluvionali del 2007 e del 2009. Esortiamo quindi la neo Amministrazione comunale di Scaletta ad un imminente intervento risolutivo”.