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Scaletta Zanclea. Il Comune è fallito, arriverà un commissario
di Andrea Rifatto | 26/06/2015 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/06/2015 | ATTUALITÀ
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La seduta del Consiglio comunale
De profundis per il Comune di Scaletta Zanclea. Il Consiglio comunale ha votato questa sera il dissesto finanziario dell’ente, così come proposto dal sindaco Gianfranco Moschella, aprendo le porte all’arrivo di un commissario liquidatore. Favorevoli al via libera, a quello che può definirsi a tutti gli effetti come un fallimento, gli otto consiglieri di maggioranza, mentre l’opposizione, rappresentata in aula da Claudio Urso e Domenico Cifalà (assenti Marianna Arria e Sonia Basile) ha espresso voto contrario. “Non potevamo andare più avanti – ha ribadito in aula con rammarico il primo cittadino – e avrei fatto solo il male degli scalettesi a posticipare il dissesto del Comune: è una situazione che non ho causato ma che ho trovato, e che da revisore dei conti avevo già segnalato all’amministrazione precedente a partire dal 2010, indicando la strada da seguire per il risanamento. Ma sono rimasto inascoltato”. Nulla da fare, dunque, nonostante al momento del suo insediamento, nel giugno 2013, l’attuale amministrazione abbia provato a risollevare la sorti dell’ente con un Piano di riequilibrio finanziario che però non è servito ad evitare il default. “Eravamo già falliti nel 2013 – ha spiegato lo stesso sindaco – e l’annullamento della dichiarazione di dissesto decisa dal Tar nel marzo scorso è dovuta semplicemente ad un cavillo giuridico”. Una situazione finanziaria fortemente compromessa, dunque, che non ha consentito di redigere il bilancio di previsione 2015, considerato che con le entrate correnti ordinarie e di natura patrimoniale straordinaria l’Ente non può far fronte alle spese indispensabili e ai debiti fuori bilancio. Di parere opposto la minoranza, che tramite il capogruppo Cifalà ha giudicato “inaspettata e avventata” la dichiarazione di dissesto, ritenendola “una ulteriore riprova di mancanza di coerenza politica e di visione prospettica che ha caratterizzato l’attuale amministrazione di Scaletta Zanclea”. “La strada del Piano di riequilibrio è ancora percorribile – ha rilevato l'esponente di opposizione – e se siamo giunti a questo punto è anche per alcuni errori di strategia commessi dal sindaco, da cui ci aspettavamo più lungimiranza. Invece – ha sottolineato Cifalà – si è tenuta una condotta poco oculata che ha esasperato la situazione, come una gestione approssimativa dei servizi essenziali, specie per quanto riguarda quello idrico, impegni spesa assunti con disinvoltura per servizi e forniture non strettamente indispensabili e assunzioni di personale in ruoli dirigenziali che si sarebbero potute evitare vista la situazione finanziaria dell’Ente”. Ma l’aula, presieduta da Francesco Grungo, ha deciso per il dissesto. Lo stesso presidente ha rivolto delle critiche al sindaco invitandolo ad agire con più rigore evitando spese che non siamo strettamente necessarie. Cosa accadrà dopo la dichiarazione di dissesto finanziario Cutrufello, coordinatore Udc: "Si costituisca un comune unico"
La deliberazione dello stato di dissesto verrà trasmessa entro cinque giorni al Ministero dell'Interno e alla Procura regionale presso la Corte dei conti. Al Comune di Scaletta giungerà poi un commissario nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'Interno, che avrà competenza relativamente a fatti ed atti di gestione verificatisi entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello dell'ipotesi di bilancio riequilibrato e provvederà alla rilevazione della massa passiva, all’acquisizione e gestione dei mezzi finanziari disponibili ai fini del risanamento, anche tramite l'alienazione dei beni patrimoniali, e alla liquidazione e al pagamento della massa passiva. Le conseguenze del fallimento ricadranno principalmente su cittadini e dipendenti comunali. Per i residenti si prospetta l’aumento delle imposte comunali al massimo delle aliquote, così come già previsto dal Piano di riequilibrio redato nel 2013, e il pagamento della Tasi che invece era stata azzerata nei mesi scorsi, mentre verranno mantenuti i servizi obbligatori per legge. Tra i dipendenti comunali, invece, sette sono ritenuti in eccedenza e tre di loro, probabilmente, il prossimo anno matureranno il diritto alla pensione. Gli altri quattro andranno in mobilità, con uno stipendio all’80% per due anni. Se non troveranno collocazione verranno licenziati.
Il civico consesso ha inoltre approvato con i soli voti del cartello di maggioranza il Consuntivo 2014, sui cui hanno relazionato in aula la responsabile dell’Area Economico-Finanziaria, Rosa Cacciola, e il revisore dei conti del Comune, Giuseppe Scarcella. La minoranza si è astenuta criticando in particolare l'Esecutivo per non aver saputo sfruttare l'opportunità concessa dall'accensione di alcuni mutui con la Cassa depositi e prestiti per alleviare la critica situazione finanziaria del Comune. Il sindaco ha replicato spiegando che non tutte le somme concesse potevano essere impiegate in quanto non avevano copertura in bilancio.
“Il dissesto dichiarato dal Comune di Scaletta è solo il primo segnale di quanto accadrà in tutti i comuni della riviera jonica – ha commentato il coordinatore Udc per la zona jonica, Carmelo Cutrufello -: occorre sedersi tutti intorno ad un tavolo e costituire un comune unico da Capo Alì a Capo Sant’Alessio (o Letojanni). Solo così si eviteranno i guasti di tanti fallimenti pubblici che inevitabilmente si ripercuoteranno sulle imprese private”.