Scifì, famiglia dagli Usa dona alla parrocchia una statua di San Filippo
di Redazione | 22/08/2018 | ATTUALITÀ
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La statua accolta in processione dalle autorità
Un dono alla comunità di Scifì affinché gli abitanti possano festeggiare e adorare il santo bizantino, il cui culto è molto diffuso nella valle d’Agrò. È il gesto fatto dalla famiglia Cannavò, residente negli Stati Uniti d’America ma con origini di Limina e Scifì, che ha deciso di donare alla parrocchia Sant’Alfio di Scifì, frazione di Forza d’Agrò, una statua di San Filippo, progettata e intagliata negli Usa da Salvatore Cannavò. Il simulacro è arrivato in paese nei giorni scorsi, in occasione della festa dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino celebrata ogni anno a fine agosto, ed è stato accolto in contrada Madrafà, sulla Strada provinciale 12 al confine con Sant’Alessio, da dove è stato poi condotto in processione fino alla chiesa parrocchiale, dove è stata celebrata la messa solenne. Durante il corteo si è tenuto il tradizionale incontro degli stendardi: in testa quello della Confraternita S. Alfio e fratelli di Scifì, presieduta da Orlando Savoca, affiancato da quelli delle confraternite Santissima Trinità di Forza d’Agrò, di Sant’Alfio (Ct), Santa Tecla di Carlentini e Sant’Alfio di Lentini. I riti sacri sono stati presieduti dal parroco di Scifì, padre Giuseppe D’Agostino, affiancato dal parroco di Casalvecchio, don Alessandro Malaponte. Tra le autorità civili presenti il sindaco di Forza d’Agrò Fabio Di Cara con il vicesindaco Massimo Cacopardo, il vicesindaco di Savoca Giuseppe Trimarchi, la presidente del Consiglio comunale di Casalvecchio Emanuela Triolo, l’assessore Antonio Saglimbeni di Limina, il sindaco di Sant’Alfio Giuseppe Nicotra con il vicesindaco Salvo Tornabene. Per San Filippo si è trattato praticamente di un ritorno a casa, visto che essendo bizantino è stato sicuramente a Scifi, dove è certo vi fosse un insediamento bizantino negli scavi archeologici e dove si può supporre che proprio lui intitolò un monastero a San Pietro e Paolo, poi ricostruito sul versante opposto. Ipotesi sui cui sta lavorando la Sezione Jonica di Archeoclub Italia.