Scifì, una colata di cemento sull'area davanti gli scavi archeologici: insorge Archeoclub
di Andrea Rifatto | 02/06/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 02/06/2021 | ATTUALITÀ
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La piattaforma di cemento realizzata dal Comune
Parafrasando Adriano Celentano, si potrebbe dire che là dove c’era l’erba ora c’è una… gettata di cemento, che ha spento ogni forma di vita vegetale prevalendo sulla natura. Ma ancora peggio, potrebbe aver messo la parola fine sulla ricerca delle origini, visto che nel sottosuolo potrebbero esserci i resti di antichi insediamenti. È quanto sta accadendo a Forza d’Agrò, nella frazione di Scifì, dove il Comune ha deciso di realizzare un parco giochi inclusivo (fruibile anche dai bambini diversamente abili) proprio davanti l’area archeologica all’ingresso della frazione, un sito scoperto nel 1987 dal professor Giuseppe Lombardo che lo collegò all’originario monastero bizantino dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. Gli scavi parziali non hanno ancora consentito di accertare cosa vi sia, ma la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali ha ipotizzato la presenza di una villa tardo imperiale o di una sorta di “stazione di sosta” lungo la strada che in epoca romana conduceva a Taormina. Sull’area è stato quindi posto il vincolo archeologico, che vieta nuove costruzioni e infrastrutture. La stessa area, sulla quale sorgeva una vecchia fontana e alcuni giochi ormai arrugginiti posati sulla terra, due anni fa è stata scelta dall’Amministrazione comunale per la partecipazione al bando regionale per i parchi inclusivi, con l’obiettivo di realizzare il parco denominato “Il giardino dei bimbi”. Lo scorso dicembre l’iniziativa è stata finanziata con un contributo di 42mila 847 euro, integrato con 7mila 497 euro di fondi comunali, e il 2 aprile i lavori sono stati affidati alla ditta “Fra.E.Ma” di Barcellona Pozzo di Gotto per 35.580 euro. Il 2 maggio sono stati stanziati altri 3mila 300 euro per costruire una piattaforma in cemento armato sulla quale posizionare i giochi, realizzata nei giorni scorsi dalla ditta “Finocchio Santi” di Santa Teresa di Riva. Un intervento che ha in buona parte cementificato il sito archeologico, con una gettata dello spessore tra i 10 e i 20 centimetri. Archeoclub Area Jonica, non appena notati i lavori e l’utilizzo in quell’area di mezzi meccanici, compreso cosa stesse avvenendo nonostante all’esterno non sia presente alcun cartello di cantiere, è insorta e ha immediatamente segnalato l’accaduto alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Messina: “In quella zona, già sottoposta a vincolo, si stavano programmando interventi con geoscanner per verificare la presenza o meno di reperti ancora interrati - ha fatto presente il presidente dell’associazione, Filippo Brianni - appare davvero incredibile e difficilmente accettabile che il Comune non abbia concordato i lavori con la Soprintendenza o non li abbia comunque comunicati per le necessarie autorizzazioni”. Brianni ha invitato le Belle Arti “a porre in essere con assoluta urgenza ogni iniziativa di propria competenza a tutela dell’importante risorsa culturale, impedendo la realizzazione di opere preclusive di future e potenziali indagini e/o attività di scavo”. Secondo il sindaco Bruno Miliadò, a cui abbiamo chiesto spiegazioni in merito ai lavori, “i giochi ci sono sempre stati e si tratta di una gettata di cemento sottile, senza fondamenta, necessaria per posare i nuovi giochi; il tecnico comunale ha detto che non serviva il parere della Soprintendenza - ha precisato il primo cittadino - e non c’è nulla di ufficiale su campagne di scavo o verifiche con georadar”. L’Ufficio tecnico ha infatti certificato la regolarità tecnica dei lavori e dunque il cantiere va avanti.