Scuole, Santa Teresa passa con Roccalumera che perde Furci: ecco la proposta alla Regione
di Andrea Rifatto | 09/11/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 09/11/2023 | ATTUALITÀ
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La riunione della Conferenza provinciale
Due Istituti comprensivi “rafforzati” e una Direzione didattica cancellata per sempre. È questa la proposta che l’Ambito Territoriale di Messina ha portato sul tavolo della Conferenza territoriale scolastica che si è tenuta alla Città metropolitana, con all’ordine del giorno la definizione del Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete per l’anno 2024-2025. Oltre al provveditore Stello Vadalà e al sindaco metropolitano Federico Basile, erano presenti i sindaci della Conferenza, ossia Giuseppe Calabrò (Barcellona Pozzo di Gotto), Vincenzo Amadore (Galati Mamertino), Girolamo Bertolami (Novara di Sicilia), Mario La Malfa (Pace del Mela), Gianluca Bonsignore (Patti), Danilo Lo Giudice (Santa Teresa di Riva) e Angelo Tudisca (Tusa), insieme ai sindacati del mondo della scuola. Dei 92 istituti che perderà la Sicilia, 11 ricadono in provincia di Messina e secondo i piani dell’Ambito Territoriale nella zona jonica la scure cadrà sulla Direzione didattica di Santa Teresa di Riva. Il nuovo dimensionamento prevede infatti la soppressione della storica istituzione nata nel 1923 e il suo totale accorpamento all’Istituto comprensivo “Rosario Livatino” di Roccalumera, e non al Comprensivo di Santa Teresa di Riva come sembrava scontato in un primo momento; con quest’ultimo istituto, invece, passano tutte le scuole di Furci Siculo, che attualmente fanno parte del “Livatino”. Una sorta di bilanciamento per far sì che i due Istituti comprensivi abbiano un numero di studenti non eccessivo ma che consenta di mantenere l’autonomia. “Tutti abbiamo espresso la nostra contrarietà alla proposta di nuovo dimensionamento, sia i sindaci che i sindacati - afferma Danilo Lo Giudice - manifestando il nostro giudizio negativo sui tagli alla scuola, che riteniamo inopportuni in questo momento. La proposta fatta da me e condivisa dai colleghi amministratori è quella di far assumere un impegno al tavolo regionale affinché siano previste 10 riduzioni anzichè 11, salvando la Direzione didattica di Santa Teresa di Riva che non è sottodimensionata, ha plessi ristrutturati e accoglienti e una storia importante alle spalle. Sacrificarla non sarebbe corretto e si tenterà di farla mantenere in sede di approvazione finale del Piano di dimensionamento e razionalizzazione 2024-2025. Nelle scorse settimane da Roccalumera era stata avanzata la proposta di accorpare al Comprensivo “Rosario Livatino” tre scuole della Direzione didattica, lasciando le altre al Comprensivo santateresino, e mantenere i plessi furcesi: “Una soluzione che ritengo non ammissibile - commenta il sindaco di Santa Teresa di Riva - creerebbe enormi problemi con plessi nello stesso paese appartenenti a due istituzioni scolastiche differenti”. I vertici della Direzione didattica avevano anche chiesto la nascita di un secondo Istituto comprensivo in paese e sperano ancora che si possa trovare una soluzione, anche se i segnali che arrivano non sono positivi neanche da quelle realtà italiane che si sono opposte scegliendo la via giudiziaria contro il regolamento attuativo delle disposizioni sul dimensionamento. La Flc-Cgil Messina si dichiara contraria a qualsiasi azione di dimensionamento che riduca il numero di autonomie scolastiche sul territorio, come affermato dalla segretaria generale Patrizia Donato, intervenuta alla Conferenza territoriale: “Si tratta di operazioni che vanno in un’unica direzione – ha detto - quella di danneggiare e di depotenziare la scuola pubblica in termini di risorse finanziarie e professionali”. Elevando a 900 il numero minimo di alunni per mantenere in vita un istituto – fa presente il sindacato scuola della Cgil - in Italia si passerà da 8.007 istituzioni scolastiche a 7.309, con un taglio di ben 698 scuole corrispondenti al 10% a livello nazionale. Ma questo 10%, non peserà allo stesso modo per tutti, al Sud si pagherà un prezzo più alto. Regioni come la Basilicata e la Calabria si ritroveranno una scuola in meno ogni quattro. La provincia di Messina il prossimo anno segnerà un meno 11 sulla tabella delle istituzioni scolastiche: “Un sacrificio troppo alto per la nostra città” afferma Patrizia Donato, che evidenzia come “questa operazione non ha nessuna logica se non quella del risparmio perché non tiene conto della complessità territoriale della nostra provincia, ma soprattutto sembra procedere in direzione opposta alla necessità di preservare i presidi scolastici in una realtà difficile come sono le città metropolitane. Ho chiesto ai sindaci intervenuti alla conferenza provinciale – dice la segretaria generale Flc - come mai non si sia sollevata una protesta da parte delle amministrazioni locali, una chiara presa di posizione contro un governo regionale che si è limitato ad essere mero esecutore di un provvedimento legislativo che parla a tutti i livelli un linguaggio contrario alla rinascita del meridione. Il sindacato non può essere chiamato ad operare delle scelte tra le scuole da mantenere e quelle da cancellare, il nostro ruolo - conclude la sindacalista - è quello di lottare per il rafforzamento della scuola pubblica e per la salvaguardia delle autonomie scolastiche. Il nostro no al ad ogni forma di accorpamento e dimensionamento è un no concreto che parla a tutto il Paese, non solo alle singole province”.