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Sei sposata o straniera? Non puoi essere Miss Primavera
di Andrea Rifatto | 17/02/2015 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/02/2015 | ATTUALITÀ
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La sfilata di Primavera è in programma domenica 22 marzo
“Il principio del fascino e della meritocrazia sarà applicato alle modelle partecipanti alla selezione per Miss primavera 2015”. Non è ben chiaro cosa intendano per fascino e meritocrazia gli organizzatori della Festa della Primavera (in programma a S. Teresa di Riva dal 20 al 22 marzo sotto la direzione artistica di Vittorio Bruno) nel bando di selezione delle ragazze che correranno per il titolo di più bella. Soffermandosi attentamente sui requisiti richiesti per la partecipazione al concorso, non si può fare a meno di notare come siano discriminatori. Il bando è aperto a “tutte” le ragazze di età compresa tra i 17 e i 25 anni, ma in realtà non è proprio così. Viene chiesta innanzitutto la cittadinanza italiana e la residenza nel comune da più di 5 anni (o eventualmente avere uno dei genitori che lo sia stato per tale periodo). Dunque una ragazza straniera, magari residente a S. Teresa di Riva da 10 anni, può già rassegnarsi e dire addio alla fascia di Miss Primavera. L'integrazione, evidentemente, non rientra tra i canoni della Festa della Primavera. Non manca poi il più classico degli stereotipi di bellezza, cioè l’altezza: le giovani concorrenti dovranno avere “una statura minima di 1,65 metri”, pena l’esclusione dalla selezione, ed essere “di bella presenza e con un fisico longilineo”. La commissione valutatrice sarà dunque dotata di metro e bilancia per far sì che i severi requisiti fissati nel bando, da autocertificare sull'apposito modulo, vengano rispettati senza eccezioni. Ma attenzione. Tutte le aspiranti miss dovranno “essere di stato civile nubile”. Sì, proprio così: cittadinanza, residenza, bellezza, statura, non sono sufficienti ad entrare in gara: le giovani dovranno essere obbligatoriamente senza sposo. Non capiamo in base a quale principio una ragazza non possa essere la più bella del paese se porta la fede al dito. Chissà, forse gli organizzatori temono i mariti...