Giovedì 21 Novembre 2024
Contestazioni alla costruzione di un ricovero barche. Presentato ricorso al Tar


"Sfregio al paesaggio di Giardini Naxos": Comune e Legambiente sul piede di guerra

di Andrea Rifatto | 04/01/2019 | ATTUALITÀ

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Il progetto dell'insediamento nautico

Uno sfregio al paesaggio o un’opportunità di sviluppo per la baia di Giardini Naxos? Da una parte Comune, Legambiente e parecchi cittadini, dall’altra un imprenditore privato del settore nautico. A dividerli una struttura per la manutenzione e il ricovero di imbarcazioni che sta sorgendo su un’area di 1.700 metri quadri, nell’area demaniale marittima adiacente il ristorante La Cambusa e il lido Sabbie d’oro, di fronte al castello di Schisò, secondo un progetto che prevede 1.225 metri quadri di area libera attrezzata per il ricovero dei natanti con un corridoio di passaggio verso il mare, 331 metri di area pavimentata con mattonelle in cemento appoggiate sulla sabbia e altri 144 metri quadri occupati da un manufatto di facile rimozione adibito a magazzino/deposito/officina e vendita di prodotti per la nautica, della lunghezza di 12 metri per 4 di altezza. A realizzare l’opera è la ditta “Pontile Walter” del taorminese Walter Peri. L’imprenditore, già attivo a Giardini con una struttura simile, ha ottenuto tutti i visti e le autorizzazioni e da alcuni giorni ha iniziato i lavori, tra le proteste in particolare del Circolo Legambiente Taormina-Valle Alcantara, della presidenza regionale e di diversi cittadini. Il Comune si è opposto sin da principio alla realizzazione dell’opera, tanto che il 17 gennaio 2017 ha espresso parere negativo sulla concessione dell’area demaniale motivato dal fatto che nel Piano di utilizzo del demanio marittimo quell’area è destinata alla realizzazione del porto turistico. L’Assessorato regionale Territorio e Ambiente ha però ritenuto che ad oggi il Comune non abbia chiesto la consegna di quell’area in quanto la costruzione del porto non è stata ancora deliberata dagli organi regionali ed essendo nello stesso sito ubicate numerose concessioni demaniali marittima, ha valutato positivamente la richiesta di rilascio della concessione, firmata il 12 gennaio 2018, per un canone complessivo da 18mila 263 euro e valida fino al 31 dicembre 2020. La ditta “Pontile Walter” ha ottenuto nel frattempo parere favorevole dalla Capitaneria di Porto di Messina (23 gennaio 2017) a condizione che il manufatto venga utilizzato esclusivamente per finalità tecnico-nautiche e che quattro posti barca vengano preservati per le unità navali delle Forze di polizia; nulla osta dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali (10 aprile 2017) a condizione che le opere siano amovibili e a carattere stagionale, il manto di copertura del manufatto sia realizzato con guaina color grigio sabbia, non siano apposte barriere che impediscano la percezione visiva del mare compresi eventuali striscioni pubblicitari e non si realizzino battuti di cemento; autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane (10 luglio 2017), del Genio civile (16 ottobre 2017 e 25 maggio 2018), parere positivo dell’Asp di Messina (23 aprile 2018) e parere positivo dell’Ufficio tecnico comunale (21 giugno 2018), al quale la ditta ha versato 3mila 675 euro di oneri concessori fino ad ottenere il permesso di costruire dal Suap del Comune il 25 ottobre 2018.

L’Amministrazione comunale si è attivata per cercare di bloccare l’iter e il 25 giugno 2018 ha deliberato di ricorrere al Tar contro il provvedimento regionale di rilascio della concessione demaniale marittima. Tuttora si attende l’esito dei giudici amministrativi. La questione è stata affrontata anche in Consiglio comunale, il 24 luglio scorso, con la mozione presentata dai consiglieri di minoranza Alessandro Costantino, Mario Sapia, Valentina Sofia e Angelo Cundari, che impegna il sindaco e l’Amministrazione “ad adottare ogni azione utile ad ottenere la revoca della concessione e a scongiurare la realizzazione delle opere, per le ricadute negative sul paesaggio urbano e costiero, già ampiamente compromesso”. I firmatari hanno denunciato tra l’altro come il fabbricato, definito un capannone industriale a ridosso del marciapiede, impedirà la vista del mare e che l’attività di rimessaggio costituisce attività industriale con l’utilizzo di lubrificanti, solventi e vernici. Mozione approvata all’unanimità dei presenti, con la sola astensione del consigliere Carmelo Cingari di maggioranza. Il sindaco Nello Lo Turco ha condiviso il contenuto del documento, evidenziando “la scorrettezza di certi comportamenti" e ricordando come "il Comune abbia respinto la richiesta perché quell’area è incompatibile con le previsioni del Pudm, mentre l’Assessorato regionale ha avocato a sé l’intero procedimento senza neanche informare o chiedere un parere al Comune. Nella stessa area cittadini uguali sono trattati in maniera diversa – ha rimarcato in Aula – perché per qualcuno valgono le prescrizioni del Pudm, per altri no”. I lavori sono iniziati nei giorni scorsi e hanno portato i consiglieri comunali Giancarlo Lo Turco e Alessandro Costantino a presentare una denuncia ai carabinieri per stopparli, invitando i cittadini a sottoscriverla. 

Ancora più dura la battaglia condotta da Legambiente, che ritiene come l’intervento in questione costituisca l’ennesimo sfregio al paesaggio della baia di Naxos. “Mesi fa il Circolo Taormina Valle Alcantara ha fatto ricorso gerarchico all'Assessorato ai Beni culturali e Identità siciliana riguardo al nulla osta emesso dalla Soprintendenza ma ci è stato rifiutato perché facente parte di una concessione demaniale, senza prendere in considerazione le motivazioni menzionate nel ricorso – ricorda la presidente Annamaria Nossing – abbiamo sollecitato in più sedi il Parco Archeologico Naxos-Taormina e l'Assessorato perché prendessero posizione e dopo l'acquisto del Castello di Schiso da parte del Parco archeologico la direttrice ha a sua volta mandato una lettera all'assessore regionale Sebastiano Tusa. Nel frattempo la ditta, appena ricevuta comunicazione del nostro ricorso, ha avviato i lavori nottetempo. Silenzio da parte del Comune, silenzio da parte del Demanio marittimo, silenzio da parte dall'Assessorato che ha speso quasi 4 milioni di euro di soldi pubblici per un edificio storico, per poi farlo svalutare facendosi costruire di fronte, in sfregio alle distanze da rispettare dai siti archeologici”. Legambiente Sicilia ha presentato ricorso al Tar per la sospensione dei lavori, "sulla spiaggia di fronte il castello di Schisò, il magnifico monumento, sottoposto a vincolo storico-artistico nel 1988 - scrive il presidente regionale Gianfranco Zanna - lavori autorizzati dalla Soprintendenza malgrado si trovi a meno di 100 metri dall’ingresso del Parco Archeologico e nei giorni scorsi la Polizia municipale di Giardini Naxos  ha bloccato il cantiere. In un documento, il Dipartimento regionale dei Beni culturali ha chiesto l’intervento della Soprintendenza, sia per il ricorso al Tar, sia per il mancato rispetto del limite dei 150 metri e perché è necessario, per l’esecuzione dei lavori, la presenza di un archeologo. Ma la ditta Pontile Walter – prosegue Zanna – ha continuato impunemente a lavorare, anche durante queste festività per terminare il prima possibile, nella più completa illegalità. Ennesima vergogna perpetrata ai danni di una delle baie più belle del mondo e che noi impediremo”. In merito va ricordato come il sindaco Nello Lo Turco abbia firmato il 24 dicembre un’ordinanza che obbliga a sospendere fino al 7 gennaio tutti i cantieri di edilizia privata nel centro storico, nelle zone turistiche di Recanati e in tutto il lungomare tra la zona portuale e via Roma, per tutelare la tranquillità di residenti e turisti durante le festività natalizie.

L’imprenditore che sta realizzando le opere ritiene che le stesse non siano invasive e non deturpino la spiaggia, che a suo dire verrebbe riqualificata considerando che nelle zone adiacenti si trovano da tempo parecchi cumuli di rifiuti. L’attività consentirebbe a suo parere invece il mantenimento della pulizia oltre che un servizio per i diportisti, con la creazione di circa 15 posti di lavoro, senza compromettere la visuale del paesaggio o intaccare la capacità di balneazione di quel tratto di mare.

Più informazioni: ricovero barche giardini  


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