Sì al doppio binario ma senza calpestare il territorio: nasce un tavolo di controllo
di Andrea Rifatto | 08/03/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/03/2025 | ATTUALITÀ
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L'incontro al Palacultura di Santa Teresa
Far sì che i cittadini non siano solo spettatori ma protagonisti consapevoli delle scelte che riguardano il loro futuro. È l’obiettivo che sta portando alla nascita di un Coordinamento comprensoriale tra i tanti soggetti impegnati a portare avanti progetti a tutela del territorio e in grado di promuoverne uno sviluppo con al centro la qualità della vita. L’input è arrivato dal Comitato Jonico Beni Comuni, che ha promosso un incontro a Santa Teresa di Riva con la partecipazione di circa 25 persone tra associazioni, comitati, esponenti di forze politiche e sindacali e liberi cittadini. La priorità è affrontare le ricadute che il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, opera alla quale nel comprensorio nessuno si è detto contrario, ha ed avrà sulla quotidianità, a partire da temi come la qualità dell'acqua, dell'aria, del suolo e del suo uso e di una mobilità sostenibile. Il primo appuntamento, moderato da Salvo Irrera del Comitato Beni Comuni, è servito a capire quali siano le esigenze di un vasto territorio che va da Taormina e Scaletta Zanclea e il prossimo passo sarà la costituzione di un Coordinamento che vorrà interagire con le amministrazioni locali e tutti i soggetti decisori della grande opera. «Saremo un ponte di collegamento - ha anticipato Irrera - parleremo agli amministratori e alla cittadinanza che deve essere partecipe e che ha bisogno di maggiore trasparenza». Tanti i temi trattati nel primo incontro, alla luce delle diverse problematiche legate ai cantieri del doppio binario: dalla vicenda arsenico e acqua contaminata che colpisce il territorio di Nizza di Sicilia, esposta dai membri del Comitato civico nato già da oltre un anno, al caso illustrato dall’architetto Piero Arrigo relativo alla galleria di collegamento tra il vecchio tracciato e la nuova linea tra Letojanni e Taormina, all’altezza della frazione Mazzeo, contestato in quanto prevede lo spostamento della Statale 114 e dell’autostrada e la distruzione di alcune zone verdi, fino alla vicenda degli svincoli provvisori di cantiere, affrontata da alcuni cittadini di Itala contrari all’opera sul loro territorio. Tra i presenti all’incontro anche i messinesi Gino Sturniolo e Sergio Soraci, storici esponenti No Ponte, secondo i quali il raddoppio ferroviario si presenta come un’opera inutile perchè fa pagare un prezzo troppo alto alle popolazioni e non nasce per il territorio bensì per foraggiare le grandi imprese: «Non siamo contro il treno ma queste opere devono essere sostenibili - hanno detto i due attivisti - e i cittadini devono avere certezze su durata dei lavori, danni al territorio e impatto dei cantieri. Andava pensato prima come stoccare l’arsenico e da quali strade far passare i camion». Per Stefania De Marco (Rifondazione Comunista) «il Coordinamento deve vigilare e monitorare per sapere cosa accade, insieme ai tecnici, e proporre la propria idea su come immaginiamo il futuro di questo territorio. I nostri interlocutori sono le amministrazioni comunali, che però hanno una visione a breve termine, ossia il prossimo appuntamento elettorale». Contestato anche il silenzio dell’Osservatorio ambientale per il raddoppio ferroviario, che non sta informando la cittadinanza nè sentendo i cittadini quali portatori di interessi. Secondo Angela Trimarchi (Anpi Jonica) «bisogna raccogliere le istanze di tutte le associazioni del territorio cosicché tutti possiamo soccorrere tutti», mentre per l’attuale tracciato «si potrebbe mantenere come metropolitana di superficie tra i comuni jonici». Secondo Giuseppe Ballone (Pd Santa Teresa) «possiamo solo controllare che i lavori vengano fatti rispettando le leggi e il territorio, la politica finora è stata assente per dialogare e controllare, bisogna trovare la sintesi tra tutti ed essere chiari con i cittadini per avere il loro supporto». Il consumo elevato di acqua per la realizzazioni dei lavori e il silenzio sulle opere compensative sono stati altri temi trattati durante l’incontro, dove è emerso come l’obiettivo comune di tutti i partecipanti sia lavorare per la salvaguardia del territorio.