Sindaci in rivolta contro l’Asp: “Situazione grave, servono informazioni immediate"
di Andrea Rifatto | 10/11/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 10/11/2020 | ATTUALITÀ
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L'incontro di ieri sera a Sant'Alessio
Un immediato cambio di passo nella gestione dell’emergenza sanitaria da parte dell’Asp, che deve interloquire con i Comuni per fornire quotidianamente il quadro della situazione epidemiologica del territorio e potenziare le attività di screening sulle popolazioni e di contenimento del contagio. È ciò che chiederanno già da domani i sindaci della zona jonica, che ieri sera si sono riuniti a Sant’Alessio per fare il punto della situazione, tutti concordi che la gestione sanitaria della pandemia sta sfuggendo di mano e l’Asp deve coinvolgere maggiormente i sindaci, che hanno il “polso” della situazione. All’incontro erano presenti i primi cittadini di Sant’Alessio, Santa Teresa, Furci, Roccalumera, Nizza, Alì Terme, Scaletta, Pagliara, Mandanici, Savoca, Limina, Roccafiorita e Antillo, che hanno stabilito di recarsi domani mattina all’Asp di Messina, con una delegazione ristretta che rappresenti tutto il comprensorio, per avanzare al dirigente generale Paolo La Paglia alcune precise richieste. Ciò che tutti i sindaci lamentano è innanzitutto la mancanza di aggiornamenti sul numero dei positivi nei rispettivi comuni, con comunicazioni che giungono anche a 10-14 giorni di distanza dall’esito dei tamponi, quando già i soggetti hanno concluso il periodo di isolamento, e che invece devono essere immediate, anche con un canale preferenziale per via telefonica, per far sì che i Comuni possano avere il quadro della situazione. All’Asp verrà chiesto di potenziare le attività di screening sul territorio con l’esecuzione di un maggior numero di tamponi, anche rapidi, e a tale scopo il sindaco di Roccalumera, Gaetano Argiroffi, ha fatto presente di aver già proposto la dislocazione di una ulteriore Usca nel suo comune, ma senza aver ricevuto finora risposta, in quanto è necessario istituire un altro presidio oltre quelli di Taormina e Messina Sud, oberati di lavoro per l’elevatissimo numero di test da eseguire, e ripristinare la postazione drive-in di Sant’Alessio. “Il sistema è saltato, non c’è possibilità di riportare alla normalità la situazione - ha evidenziato Argiroffi - che è sfuggita di mano a tutti: lo dico da medico, per far calare la curva dei contagi dovremmo chiudere tutto e interrompere i contatti sociali. I cittadini si rivolgono ai laboratori privati per sottoporsi a tampone - ha aggiunto - comunicano poi la propria positività ai Comuni ma possono passare anche dieci giorni prima che l’Asp ci informi e si rechi a casa con l’Usca”. Il sindaco di Antillo e presidente dell’Unione dei Comuni Valli Joniche, Davide Paratore, ha proposto la chiusura di tutte le scuole per dare un segnale e prevenire la diffusione del contagio, ma la soluzione non è stata giudicata attuabile: “No a interventi scomposti senza i pareri sanitari” ha detto Gianfranco Moschella (Scaletta), così come Danilo Lo Giudice (Santa Teresa) ha fatto presente che le ordinanze sarebbero illegittime perchè i protocolli non prevedono la chiusura dei plessi neanche quando vi sono casi di positività e si creerebbe al contrario un disagio maggiore: “Soffro la situazione avendo 1.500 studenti ma la subisco - ha evidenziato - d’altronde, di regola, la sanificazione spetta alle scuole, l’isolamento ai dirigenti scolastici e la messa in quarantena all’Asp, quindi noi come sindaci non saremmo tenuti ad intervenire, ma essendo padri di famiglia ci attiviamo in ogni caso”. Migliorare i rapporti con l’autorità sanitaria è dunque il primo obiettivo dei sindaci, che non riescono più ad avere contezza della situazione del loro territorio.