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"Smaltiamo la loro fogna ma non ci pagano": Sant'Alessio punzecchia Forza d'Agrò
di Andrea Rifatto | 24/09/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/09/2019 | ATTUALITÀ
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Aliberti, Anastasi, Foti, De Luca e Trischitta
“Siamo costretti a smaltire i loro reflui fognari ma non riceviamo alcun pagamento. E questo non è giusto”. Una querelle che si trascina da anni quella sui costi di gestione del depuratore di Sant’Alessio, dove scarica anche il comune di Forza d’Agrò, accusato di non versare le quote. Il sindaco della cittadina del Capo, Giovanni Foti, è tornato a parlarne in occasione dell’incontro sull’inquinamento del mare tenutosi sabato scorso nell’aula consiliare, illustrando i progressi fatti dalla sua amministrazione: “Investire sui depuratori è sinonimo di civiltà e rispetto dell’ambiente, noi abbiamo speso circa 100mila euro per passare ad un sistema più moderno, adesso non ci sono più cattivi odori e malfunzionamenti – ha evidenziato – ma i cittadini di Sant’Alessio si stanno sobbarcando anche i costi di Forza d’Agrò, che scarica da noi perché siamo stati obbligati anni fa dal prefetto, ma non partecipa alle spese di manutenzione e potenziamento dell’impianto. Un problema atavico e anche per questo ritengo che serva un impianto consortile nella val d’Agrò, che consentirebbe di risparmiare molto”. Il Programma di Attuazione della Rete Fognante approvato dalla Regione nel 1989 prevedeva per Forza d’Agrò un depuratore nlla frazione Fondaco Parrino, mai realizzato (a parte la condotta sottomarina) perché il finanziamento da oltre 3 miliardi di lire si perse tra rivoli burocratici e Tangentopoli. Nel 2010 il Comune decise di aderire al consorzio con S. Teresa, Savoca e S. Alessio per un unico presidio depurativo (adeguamento e ampliamento di quello di S. Teresa) ma l’iter al Commissario delegato per l'Emergenza Bonifiche e Tutela Acque non andò mai avanti. E dunque il borgo collinare continua a scaricare a Sant’Alessio tramite una condotta precaria che raggiunge l'impianto di contrada Cassarina, mentre la frazione Scifì è dotata dal 2010 di un presidio depurativo biologico. L’ultimo versamento di somme da parte di Forza d’Agrò risale al 2014, quando Sant’Alessio ricevette 157mila euro; nel giugno 2017 l’Amministrazione del sindaco Giovanni Foti, appena insediatasi, chiese l’immediato pagamento di 197mila euro per gli anni 2014-2016, dando poi mandato ad un legale per recuperare le somme perchè Forza d’Agrò contestò le cifre e le modalità di quantificazione delle spese. “Casi come quello di Forza d’Agrò ce ne sono diversi in Sicilia, noi siamo stati obbligati a ricevere i loro reflui quando in paese aveva 400 abitanti senza attività commerciali – ha aggiunto l’assessore all’Igiene e Sanità Saro Trischitta – adesso sono quasi una capitale del turismo, fanno 100mila pasti all’anno e dunque numeri importanti a livello di reflui fognari, perché scaricano alberghi e ristoranti, arrivano oli che ci creano problemi enormi e pulire il sistema ha dei costi elevati. La soluzione è quella di investire su depuratori consortili e mi auguro che la politica possa occuparsene - ha detto rivolto al senatore Cristiano Anastasi – nulla contro Forza d'Agrò, perché è un problema diffuso e non solo nostro”. “Perché scaricano e non pagano?” si è chiesto il deputato regionale Antonio De Luca (M5S), presente all’incontro: “Perché sono secoli che ce li dobbiamo sopportare…” ha risposto il presidente del Consiglio Domenico Aliberti. Una diatriba che dunque va avanti.