"Sono salvo ma Irma ha distrutto tutto": il racconto di un siciliano alle Antille - FOTO
di Filippo Brianni | 21/09/2017 | ATTUALITÀ
di Filippo Brianni | 21/09/2017 | ATTUALITÀ
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I danni causati da Irma e Antonio Bartolotta
“Irma? Che dire, per i miei gusti un po’ troppo…avvolgente”. Antonio Bartolotta ci ride sopra, ora. Ma “la paura è stata tanta, tantissima”. Un uragano feroce, che ha sganciato un vento “mai visto a memoria d’uomo” sulla piccola isoletta caraibica di San Bartolomeo, nelle Antille francesi, che lo ha tenuto barricato in una casa per un’intera notte. La devastazione che ne è seguita non gli ha consentito di contattare la famiglia per l’intera giornata successiva. “Poi, con un gruppo elettrogeno hanno ripristinato un minimo di internet” e finalmente Antonio ha potuto tranquillizzare le figlie in ansia in Liguria e gli amici a Scifì, frazione di Forza d’Agrò, il paese d’origine nella zona jonica del Messinese dove torna spesso. “Ce la siamo vista brutta”, spiega. “Avevano previsto un ciclone di categoria 5 ma sull’isola è arrivato almeno a 6 con venti ad oltre 400 km/h che hanno distrutto tutto”. Anche il bar Martini, dove Antonio lavora. Lo hanno realizzato da alcuni anni Martini e Dolce e Gabbana, che hanno deciso di investire in questo piccolo paradiso delle Antille francesi, poco sopra la tumultuosa Venezuela e ad un soffio di…. uragano da Miami. E Antonio ricorda quella notte del 12 settembre, trascorsa “barricati a gruppi dentro anche di dieci alcune delle case più resistenti; molti edifici qui ormai sono costruiti per resistere agli uragani. Ma Irma è stato più forte del previsto e si è temuto che non tenessero” ed in quel caso ci sarebbero state parecchie vittime, come in altre isole meno attrezzate. “Cosa abbiamo fatto per l’intera notte? Abbiamo sbarrato la porta e sperato che resistesse al vento”. La mattina dopo, quando il vento ha preso la via della Florida e si sono ritrovati sani e salvi “abbiamo brindato”. Ma le foto scattate dai primi elicotteri la mattina del 13, quando ancora i collegamenti erano interrotti, hanno restituito all’occhio del mondo un’isola praticamente rasa al suolo. Perciò parenti e amici di Antonio e i suoi colleghi hanno iniziato ad inviare messaggi preoccupati persino da Facebook. Per fortuna, se l’è cavata con tanta paura e con un’esperienza che “mi ha colpito soprattutto per la reazione della popolazione locale, c’è stata una solidarietà incredibile” tra le circa 9.000 persone che erano sull’isola. “Ci si è messi subito a ripulire e ad attivare una staffetta per l’emergenza con un’isoletta più a nord”. Persino le panetterie si sono rimesse a fare il pane e regalarlo a chi era rimasto senza nulla. Poi, quando con un generatore si è riusciti a ripristinare un minimo di collegamento, abbiamo potuto anche avvisare le famiglie. Pian piano in questi giorni si sta ripristinando anche luce e acqua ma situazione dell’isola è disperata. La stagione turistica è compromessa e ci vorranno forti interventi per rimettere in piedi l’economia di San Barths e delle isolette vicine. Intanto Antonio è atteso in Italia dalle figlie Greta e Giorgia e assicura: “Tornerò presto. È andata bene, dai”.