Statale 114, l'Anas "riscrive" i confini e Sant'Alessio resta senza il suo castello - FOTO
di Andrea Rifatto | 07/04/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 07/04/2021 | ATTUALITÀ
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Sant'Alessio e il suo castello rimasto fuori paese
Se a Taormina ha rimediato agli errori nel giro di pochi giorni, l’Anas dovrà fare altrettanto anche nei paesi vicini. L’ente gestore della Strada statale 114 ha infatti commesso diversi strafalcioni nella posa della nuova segnaletica verticale che indica le denominazioni dei comuni e non pochi hanno notato le anomalie comparse in questi giorni sull’arteria. Il primo svarione è stato commesso già a partire da Letojanni, nella zona nord della cittadina turistica, in quanto i cartelli di inizio e fine paese (per chi viaggia rispettivamente in direzione Catania e Messina) sono stati posti all'altezza del torrente Silemi, tra l’altro seminascosti da altra segnaletica o dalla vegetazione, mentre in realtà il territorio comunale si estende per altri 2,8 chilometri verso nord fino al torrente Fondaco Parrino, al confine con Forza d’Agrò. Proprio quest’ultimo comune, invece, sembra essere sparito dalle mappe dell’Anas, visto che sulla Statale non sono state installate tabelle né all’inizio (a Fondaco Parrino rimane il vecchio cartello che indica la frazione forzese) né alla fine, in corrispondenza del passaggio nel territorio di Sant’Alessio Siculo che avviene all'altezza della frazione Santa Margherita. Anch’essa, evidentemente, è sconosciuta all'ente gestore dell’arteria, che ha stabilito che l’ingresso (e l’uscita) nel comune alessese avviene un chilometro più a nord, nei pressi della fontana e dei primi complessi abitativi: dunque per l’Anas il celebre Capo Sant’Alessio e il suo castello... non sono a Sant’Alessio, ma forse in una terra di mezzo senza nome. Procedendo verso Messina non si può non notare come non siano stati affissi cartelli che indicano la fine di Sant’Alessio e l’inizio di Santa Teresa di Riva in corrispondenza della passerella provvisoria sul torrente Agrò, realizzata proprio da Anas e sulla quale è deviato attualmente tutto il traffico, visto che il ponte sulla Statale è chiuso dal 2018. Invece è stato deciso di installare i cartelli proprio sul ponte, dove però non passerà un veicolo per almeno altri due anni in attesa che (ri)partano i lavori di demolizione e ricostruzione, fermi da mesi. Uscendo da Santa Teresa e continuando verso nord non sono stati commessi altri errori, anche perchè era davvero difficile visto che i confini sono rappresentati dai torrenti che dividono i centri abitati: curioso, però, notare come all'ingresso sud di Roccalumera siano presenti adesso tre cartelli che indicano la denominazione del comune: quello nuovo installato da Anas sul viadotto Pagliara, un altro sostituito al posto di quello vecchio (lasciato abbandonato a terra con i pali) all'interno nell’aiuola spartitraffico per quanti escono dal casello autostradale e un terzo installato dal Comune alcuni anni fa poco distante. Meglio abbondare ma non… sbagliare. A Nizza di Sicilia il cartello di fine comune era stato installato sulla Statale 114 in senso opposto rispetto a quello di marcia delle auto ed è stato rimosso dal Comune in quanto i due nuovi pali intralciavano il transito dei pedoni e la tabella invadeva la proprietà privata. Sarebbe stato sufficiente prendere contatti con i Comuni, che invece non sono stati interpellati, per evitare questi banali errori e avere una segnaletica uniforme. E qualche sindaco ha già annunciato che si farà sentire con Anas. La replica di Anas. “La delimitazione di inizio e fine del centro abitato di un comune e/o località non necessariamente corrisponde con la perimetrazione del confine territoriale”. È quanto afferma invece l'ente gestore della Statale, che spiega di aver posizionato i cartelli di inizio e fine dei centri abitati, previsti come obbligatori dal Regolamento di attuazione del Codice della Strada (Dpr 495/92) e “disposti in corrispondenza dei punti definiti e delimitati sulla base dei rispettivi verbali di delimitazione sottoscritti tra Anas e i Comuni interessati, nel rispetto dell’art. 4 del CdS”. Dunque secondo Anas le nuove tabelle (diverse poco visibili, storte oppure su pali fuori piombo) sono state posizionate “nel pieno rispetto di quanto statuito dai relativi verbali di delimitazione” con i Comuni, ossia nei punti di inizio e fine degli abitati, individuati circa vent'anni fa. Tutto ciò, però, non fa che generare confusione nell’utente della strada, che ignorando codici, articoli e commi segue la segnaletica per individuare il paese che sta attraversando e si ritrova adesso con cartelli che indicano il confine, posti nei decenni scorsi dai Comuni, e a chilometri di distanza altre tabelle installate invece dal gestore della Statale 114, che finora aveva evidentemente dimenticato quell’obbligatorietà imposta dall’art. 131 del Dpr 495/92, ricordando solo adesso di non aver rispettato la norma su tutta l’arteria. Il Dpr 495/92 impone tra l'altro che “i nomi di località devono essere riportati per intero e senza abbreviazioni”: quindi sono errati i quattro cartelli che riportano S. Alessio Siculo anzichè Sant'Alessio Siculo e vanno sostituiti. Il risultato ottenuto è stato quello di dare una vita ad una doppia segnaletica che sfiora il ridicolo e della cui installazione le amministrazioni comunali non erano a conoscenza. Sarebbe stato più opportuno operare in sinergia con gli enti locali e valutare eventualmente di rivedere i verbali di delimitazione dei centri abitati, visto che anche al di fuori degli attuali punto di fine esistono frazioni e borgate, intervenendo in sinergia e non unilateralmente dopo qualche decennio di “sonno” accorgendosi dopo vent’anni che mancavano i cartelli obbligatori per legge.