Strada S. Teresa-Antillo, 12 anni di chiacchiere e zero risultati: sogno irrealizzabile?
di Andrea Rifatto | 15/02/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 15/02/2021 | ATTUALITÀ
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Il tracciato era previsto anche nel torrente Agrò
L’obiettivo è stato ambizioso sin dall’inizio: collegare Santa Teresa di Riva e Antillo con una strada lungo gli otto comuni della Val d’Agrò, alternativa alle vecchie provinciali o comunque a buona parte di esse. Per raggiungerlo sono stati avviati diversi tentativi ormai da 12 anni, tutti però senza successo. La “celebre” strada intervalliva rimane un sogno per gli amministratori e le popolazioni della vallata, ma i presupposti per farlo avverare continuano a mancare e anche l’ultima chance, rappresentata dal Masterplan della Città metropolitana, è andata in fumo ormai da tempo. Di un collegamento rapido mare-monti se ne parla almeno dal 2009, quando il Prusst Valdemone iniziò la progettazione: l’iter per la redazione del preliminare si arenò però già nel 2014 e non si riuscì a portare nessun progetto in conferenza dei servizi per una prima approvazione. L’idea originaria prevedeva un tracciato lungo circa 18 chilometri con partenza da Santa Teresa e proseguimento lungo la sponda sinistra del torrente Agrò fino all’anfiteatro nel percorso ecologico a Scifì (Forza d’Agrò), da dove la strada passava sulla sponda opposta con un ponte carrabile: da qui l’intervalliva doveva continuare sulle strade provinciali esistenti, da ammodernare, fino ad Antillo, garantendo una larghezza minima della sede stradale di 7,50 metri, effettuando le verifiche sismiche sui tre ponti esistenti (Pulcheria, Murazzo e Ranciara) e valutandone l’allargamento. Nel 2015, nel corso di un incontro a Forza d’Agrò, vennero quindi costituiti due gruppi di lavoro (Santa Teresa, Savoca e Casalvecchio il primo, Antillo, Limina, Forza d’Agrò il secondo) per lavorare su due stralci e individuare il tracciato definitivo, analizzando con i tecnici del Prusst eventuali vincoli lungo il percorso ed eseguire in sinergia con l’allora Provincia le prove sismiche sui ponti. Ma in concreto non si fece nulla. Appena un mese dopo, però, intervenne l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani con il presidente Armando Carpo, allora sindaco di Mandanici, che si intestò l’iter per l’arteria facendo presente come sarebbe stato preferibile che ad occuparsi della progettazione fosse l’Unione e che si sarebbe redatto direttamente un elaborato esecutivo. Dunque l’Amministrazione santateresina revocò pochi giorni dopo delibera che dava vita al protocollo, cedendo la palla all'Unione. Ma a parte stanziare fondi per 24mila euro per affidare incarichi di progettazione (ottobre 2018) a tecnici esterni mai nominati e redigere una relazione di indirizzo tecnico (marzo 2019), l’Ente sovracomunale (che nel frattempo è tornato sui propri passi parlando di progetto definitivo e non esecutivo) non ha però concluso nulla, anche se ultimamente pare voglia tentare di accedere ai fondi del Governo per coprire le spese di progettazione, che per un'opera da 25 milioni di euro ammonterebbero a non meno di un milione. Il treno del Masterplan comunque è passato da un pezzo e la Santa Teresa-Antillo continua a rimanere un sogno. Forse irrealizzabile.
Ad agosto 2018 il sindaco di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, decise di riaprire la discussione e prese l’iniziativa chiamando a raccolta i sette colleghi della Val d’Agrò per siglare un protocollo di intesa per compartecipare alla progettazione dell’intercomunale fino ad Antillo, dal costo di 25 milioni di euro: il progetto del Prusst venne quindi accantonato, perché prevedeva la costruzione di una strada nell’alveo del torrente che non sarebbe stata autorizzata per il rischio di esondazioni, e si puntò ad entrare nel Masterplan, vista la riapertura di una “finestra” che dava la possibilità di presentare progetti definitivi fino al 31 dicembre 2019, soprattutto dopo l'approvazione di uno schema di accordo di programma tra la Città metropolitana di Messina e i raggruppamenti di Comuni che intendevano proporre progetti infrastrutturali di assi viari intercomunali. I sindaci avevano quindi firmato un protocollo di intesa che doveva poi essere approvato dalle giunte comunali e si erano detti disposti a compartecipare per le spese di progettazione, stanziando ognuno 2mila euro a testa come quota fissa e 0,50 euro per abitante, anche se qualche primo cittadino si era mostrato ancora una volta poco fiducioso temendo che ancora una volta non se ne sarebbe fatto nulla.