Strage di Nassiriya, Santa Teresa ricorda Giovanni Cavallaro: "Un sacrificio per la pace"
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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La celebrazione in ricordo della strage di Nassiriya
«Oggi come allora il nostro animo è colmo di dolore ma anche riconoscenza per il sacrificio di quei valorosi uomini, che indossando con orgoglio l’uniforme dei Carabinieri e delle Forze armate hanno dato la loro vita, lontano dalla patria, per un ideale di pace e solidarietà». Così il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante provinciale dei Carabinieri, ha ricordato la strage di Nassiriya del 12 novembre 2003, nella quale persero la vita 19 italiani tra cui il sottotenente dei Carabinieri Giovanni Cavallaro, Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero alla memoria. La comunità di Santa Teresa di Riva lo ha commemorato nel 21esimo anniversario con una santa messa nella chiesa Madonna di Portosalvo, celebrata da don Agostino Giacalone, su iniziativa dell’Associazione Nazionale Carabinieri-Sezione “Sottotenente Giovanni Cavallaro”, a lui intitolata nel 2018 e presieduta oggi da Ugo Briguglio. Presenti la vedova Sabrina Brancato, i figli Diego e Lucrezia Cavallaro e il fratello Paolo; sindaci e assessori di Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio Siculo, Savoca, Casalvecchio Siculo, Limina, Roccafiorita, Antillo, Mongiuffi Melia, Taormina, Castelmola, Furci Siculo e Roccella Valdemone; il comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina capitano Domenico Tota; il comandante della Compagnia Guardia di Finanza di Taormina capitano Domenico Borbone; l’ispettrice superiore Palmira Tropeano del Commissariato di Ps di Taormina; comandanti e militari delle Stazioni Carabinieri del comprensorio; il generale in congedo Giovanni Giunta dell’Esercito Italiano; il comandante della Polizia locale Diego Mangiò; l’ispettore regionale Ignazio Buzzi dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sicilia, le sezioni Anc di Santa Teresa di Riva, Gaggi e Taormina e la Croce Rossa Italiana. «I nostri carabinieri erano e sono ambasciatori di pace - ha sottolineato il colonnello Arcidiacono - e il loro sacrificio è segno di un coraggio autentico, che non cerca riconoscimenti ma si manifesta attraverso il silenzio delle azioni, gesti concreti nel solco della tradizione secolare dell’Arma. Ricordiamo il senso del dovere che li ha animati, il loro non era solo un compito ma una missione in una terra dilaniata dai conflitti per portare un messaggio di pace e di speranza, dove ogni giorno svolgevano con impegno e dedizione un’opera di straordinaria importanza, costruendo strade di fiducia e offrendo protezione e speranza alle popolazioni devastate dalla guerra. Il coraggio di chi parte lasciando famiglia, affetti, amici, per mettersi al servizio di una causa più grande di sè, consapevole dei rischi ma motivato da una profonda responsabilità. Il sacrificio di ciascun caduto è un pezzo della nostra storia da ricordare sempre con rispetto e orgoglio - ha aggiunto l’ufficiale dell’Arma - e le loro vite, spezzate troppo presto, ci chiedono di non dimenticare e continuare a promuovere il valore della pace e della giustizia, restare fedeli a quel dovere del servizio, un impegno che deve continuare a vivere in ciascuno di noi. Ai caduti di Nassiriya rivolgiamo un pensiero di profonda gratitudine, il loro sacrificio è un richiamo alla speranza, alla perseveranza e alla volontà di costruire un modo migliore che ha come pilastri la pace e la solidarietà». Il capitano Tota ha letto la motivazione della concessione della Croce d’Onore al sottotenente Cavallaro, mentre il comandante della locale Stazione Maurizio Zinna la preghiera dei Caduti. Ricordati durante la celebrazione anche Angelo D'Auria, Carmelo Cascino, Massimiliano Pugliatti e Mauro Ferraro, carabinieri scomparsi prematuramente.