Svincolo A18 a Itala, nasce un Comitato contro l'opera: nuove osservazioni al Ministero
di Andrea Rifatto | 11/03/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/03/2025 | ATTUALITÀ
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La zona dove sono previste le due rampe
Non arretrano di un millimetro i cittadini di Itala contrari alla costruzione dello svincolo provvisorio dell’A18 Messina-Catania, a servizio del cantiere del raddoppio ferroviario. In paese è nato il Comitato “Difendiamo Itala-La Verità Sempre”, presieduto da Francesco Freni e con sede nella canonica della Parrocchia Santi Pietro, Paolo e Giacomo, che come primo atto ha dato incarico alla geologa Francesca Mammana di inviare dettagliate osservazioni al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, seppur fuori termine, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale per i quattro allacci di cantiere, previsti anche a Taormina, Sant’Alessio Siculo e Nizza di Sicilia. La preoccupazione dei residenti della zona dove sono previste le rampe, in uscita e in entrata entrambe sulla carreggiata in direzione Messina, è legata alle ricadute in termini di impatto ambientale e sociale sulla realtà urbana. Lo svincolo provvisorio, infatti, lambisce edifici sensibili come la scuola dell’infanzia e primaria “Pietro Cuppari”, il presidio Pte-118 e Guardia medica, la chiesa dei Santi Pietro, Paolo e Giacomo, abitazioni, condomìni e attività economiche. La professionista ha realizzato un’ortofoto georeferenziata mediante scansione fotografica con drone, sovrapponendo le opere in progetto e ottenendo elaborati di facile ed immediata lettura, rendendo ancor più chiaro ed evidente il contesto paesaggistico e l’inserimento urbanistico, tra la corsia direzione Ct-Me dell’autostrada A18 Messina-Catania a monte e il vicolo San Giacomo e SS 114 a valle, rappresentato da un tessuto residenziale denso e con diversi servizi essenziali «Questa particolare situazione fa sì che già nello stato di fatto le principali matrici ambientali siano sottoposte a pressione - evidenzia Mammana - in particolare il rumore e le polveri, nonché la pericolosità per i residenti e per gli utenti dei servizi presenti nell’area legate all’intenso traffico automobilistico. La prima criticità che preliminarmente risulta palesemente manifesta - prosegue - è che lo sbarco dello svincolo avviene esattamente di fronte alla scuola dell’infanzia e primaria di Itala. È evidente che il proponente, oltre a tutte le perplessità legate al progetto, continua a prevedere deroghe alle normative ambientali, in quanto le attività sia in fase transitoria di cantiere che a regime impattano in maniera importante. In relazione alla matrice rumore, lo stesso proponente evidenzia l’impatto oltre i limiti di legge mettendo in atto misure mitigative (pannelli antirumore) assolutamente impattanti paesaggisticamente in relazione al contesto urbano nel quale s’inseriscono». Il Comitato contesta poi quanto affermato da Rfi in merito allo stato attuale dell’area, visto che nello studio di impatto ambientale viene riportato che “è rappresentata in misura maggiore da aree di pertinenza dell’attuale autostrada, di tipo residuale caratterizzate da vegetazione di medio basso valore ecologico, la restante parte è costituita da agrumeti, seminativi semplici e pascoli”. Affermazione ritenute non attinenti alla realtà dei luoghi, soprattutto perchè la rampa di cantiere in ingresso è prevista su un insediamento residenziale e relative pertinenze. Una delle contestazioni principali è che il vantaggio della realizzazione dello svincolo provvisorio di Itala consiste nel ridurre un traffico veicolare sulla Statale 114, previsto in 20 mezzi al giorno, del 50%: «Si costruiscono rampe di cantiere temporanee, con un importante e significativo impatto ambientale ed economico, per far transitare sulle stesse un camion ogni due ore - contesta il Comitato - vantaggio che possiamo definire irrisorio a fronte di innumerevoli svantaggi, mentre la realizzazione degli svincoli a monte sulla corsia in direzione Catania (non presa in considerazione dal proponente) comporterebbe la realizzazione di semplici rampe d’immissione e di uscita a raso dal cantiere, con impatti insignificanti». Al Ministero viene quindi chiesto di tenere debitamente conto dell’eventuale “opzione zero” (nessuno svincolo) o di possibili alternative progettuali, allo scopo di poter mediare le esigenze di cantiere con quelle della collettività italese.