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Taormina, amministratori e cittadini incatenati contro la chiusura del Bambino Gesù
di Redazione | 16/05/2016 | ATTUALITÀ
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Amministratori incatenati davanti al San Vincenzo
Forte protesta questa mattina davanti l’ospedale San Vincenzo di Taormina per dire no alla chiusura del Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo Bambino Gesù, struttura di III livello della rete di cardiologia pediatrica in Sicilia attivato in seguito alla convenzione siglata nel novembre 2010 tra la Regione Siciliana e il Bambino Gesù di Roma e che giungerà a scadenza il 10 giugno prossimo. I presidenti dei Consigli comunali Antonio D’Aveni (Taormina), Antonio Riccobene (Letojanni), Danilo Bevacqua (Giardini Naxos) e Sergio Mastroeni (Castelmola), insieme al gruppo consiliare ProgettiAmo Taormina formato dai consiglieri Alessandra Caltabiano, Giuseppe Composto, Nunzio Corvaia e Liliana Tona, si sono dati appuntamento al nosocomio di contrada Sirina incatenandosi per protesta contro la soppressione dell’importante presidio sanitario attivo da cinque anni nella Perla e che rischia di essere trasferito a Palermo secondo quanto deciso dal Governo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta. Alla protesta anche i sindaci Orlando Russo (Castelmola), Alessandro Costa (Letojanni) Rosa Anna Fichera (Sant'Alessio). Un fronte comune per evitare l’ennesimo “scippo” per il territorio di una struttura che ha come obiettivo primario quello di assicurare l'assistenza di alta specializzazione cardiologica e cardiochirurgia sia per la popolazione pediatrica siciliana sia per quella di altri Paesi del bacino del Mediterraneo, evitando così che gran parte dei pazienti sia costretta a spostarsi nei Centri di rilievo internazionale presenti in Italia, come il Bambino Gesù di Roma o all'estero. Genitori e familiari dei piccoli pazienti (di cui è portavoce Caterina Rizzo), amministratori e cittadini hanno protestato anche per dire no al paventato depotenziamento di altri reparti del “San Vincenzo”, che in questo momento vivono una situazione di sovraffollamento. “Con il mantenimento del Centro Cardiologico Pediatrico di Taormina la Regione avrà una riduzione degli oneri a suo carico, poiché diminuiranno in maniera considerevole i viaggi della speranza per le patologie cardiache – spiegano i promotori della protesta – senza contare che è l’unico Centro regionale di Terzo Livello di alta specializzazione per la cardiologia interventistica (procedure di emodinamica in sala ibrida) e la cardiochirurgia pediatrica”. La convenzione con il Bambin Gesù è costata alle casse della Regione 40 milioni di euro in cinque anni ed è finita al centro di un braccio di ferro tra il governo regionale e l'istituto romano. Il manager dell'Asp di Messina, da cui dipende la struttura, aveva proposto una revisione al ribasso del valore di 1,2 milioni di euro all'anno, decisamente inferiore rispetto agli 8 milioni sborsati finora. Ma il governo Crocetta sembra intenzionato a puntare su Palermo: l'assessorato alla Salute ha infatti chiesto una relazione al manager dell’Ospedale Civico e dei Bambini per capire se la struttura ha le carte in regola per attivare il servizio già a luglio. Va detto che nei piani della Regione, che nel 2010 ha chiuso la Cardiochirurgia pediatrica del Civico diretta da Carlo Marcelletti, il trasferimento a Taormina doveva essere solo temporaneo in attesa del ritorno a Palermo. In gioco c'è anche un investimento di circa 10 milioni di euro fatto per ristrutturare il reparto di Taormina e acquistare le attrezzature, ma anche il futuro di medici, infermieri e anestesisti che sono stati formati ad hoc. “La Regione dà e la Regione toglie? Con forza diciamo no” è il coro unanime sollevato stamane a Taormina, dove sulla questione si riunirà preso un Consiglio comunale urgente: “È stato organizzato tutto in poche ore, coinvolgendo i quattro consigli comunali - ha commentato Antonio D'Aveni, presidente del Civico consesso taorminese -successivamente si sono aggregati tre sindaci e nei prossimi giorni tutti gli altri primi cittadini dovranno tutti insieme ed ufficialmente portare avanti la battaglia”.