Taormina. Aumento tassa di soggiorno, gli albergatori: “Vergogna, siamo stanchi”
14/09/2015 | ATTUALITÀ
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L’aumento della tassa di soggiorno approvato dal Consiglio comunale di Taormina ha scatenato una miriade di polemiche. I primi a non aver accolto bene la decisione sono stati gli albergatori della città del Centauro, che hanno espresso tutto il loro disappunto con una nota congiunta firmata dal presidente Confindustria Alberghi e Turismo Taormina, Sebastiano De Luca, e dal presidente dell'Associazione Albergatori Taormina, Italo Mennella. “Mentre altri comuni più ravveduti, responsabili e lungimiranti l'hanno addirittura abolita, come Lipari, la costiera Amalfitana e tanti altri – scrivono i due rappresentanti degli operatori turistici della Perla - sette consiglieri - più uno - su venti (il solito Eugenio Raneri ha consentito con il suo voto determinante di far passare l'approvazione dell’odioso e dannoso balzello, contro il parere degli operatori turistici) hanno incrementato l’imposta al massimo. Una sparuta squadra minoritaria e miope – proseguono De Luca e Mennella – che non ha tenuto conto delle conseguenze nefaste che tale decisione comporterà”. I due esponenti del turismo taorminese spiegano come l’imposta graverà inevitabilmente sui bilanci delle imprese, che sono ormai al collasso, e come la pressione fiscale, con gli aumenti deliberati nella stessa seduta di Consiglio comunale, sfiorerà così il 76 per cento. “Un'inaspettata, ulteriore mazzata arrivata dopo che le strutture ricettive hanno firmato i contratti con i tour operator per il prossimo anno – fanno notare nella nota congiunta. Quei pochi consiglieri comunali, per salvare le loro poltrone e quelle di un apparato pubblico parassitario e improduttivo, hanno voluto, ancora una volta, penalizzare l'unico settore produttivo, sano e trainante dell'economia della città: il turismo!”. “Chi ha sbagliato certamente pagherà” – evidenziano De Luca e Mennella – che aggiungono di aver presentato un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti, non condividendo questa arbitraria ed unilaterale decisione di aumentare la tassa di soggiorno. “Gli imprenditori delle strutture ricettive, attenendosi rigidamente alle leggi esistenti ed ai regolamenti attuativi, faranno gli esattori per riscuotere, mentre i clienti/turisti, da sostituti d’imposta, dovrebbero versare le relative somme dovute. Ne consegue – rilevano nella nota – che gli eventuali introiti derivanti dall'imposta non saranno né certi, né esigibili, poiché i clienti potrebbero rifiutarsi di pagare, innescando così centinaia di contenziosi con l’Amministrazione comunale. Sarebbe stato molto più saggio e opportuno – proseguono – incidere sulla spesa pubblica improduttiva ed eliminare i costi per consulenze assegnate a professionisti e consulenti dal Comune e dalle partecipate. Ci risulta, addirittura, che qualcuno di questi abbia ottenuto incarichi pur essendo già stato condannato in via definitiva per reati commessi contro la stessa Amministrazione. Si proceda invece a stanare i tanti evasori e recuperare tutto il credito sommerso - che ammonta a svariati milioni di euro - che permetterebbe di ottenere quella liquidità necessaria per affrontare le spese correnti Problematiche, queste che potrebbero essere risolte dagli stessi Uffici all’interno dell'Amministrazione. “Ora basta – concludono De Luca e Mennella – gli albergatori sono stanchi, amareggiati e arrabbiati: chiedono agli organi preposti di indagare e verificare se siano stati commessi reati, adottando urgenti provvedimenti restrittivi a tutela degli interessi degli albergatori e dei cittadini tutti. L'Amministrazione comunale dovrà quindi fare una scelta attenta ed equilibrata senza penalizzare ulteriormente le imprese di tutta Taormina ed evitare di approvare un bilancio poco credibile”.
Il presidente di Confindustria Alberghi e Turismo e il presidente dell’Associazione Albergatori sostengono che tali esponenti politici della Perla “dovrebbero a dir poco vergognarsi”. Gli albergatori dichiarano come sono ormai stanchi di subire decisioni che vengono prese dall'alto, senza la minima dovuta concertazione. "La tassa di soggiorno, per oltre 4,5 milioni di euro, è servita e servirà per sanare le già asfittiche casse del Comune: siamo quindi pronti a fare una dura e determinata opposizione in tutte le sedi opportune, senza fare sconti a nessuno".