Taormina. Il Cufti chiude gli uffici, ma lascia un buco da 300mila euro
di Andrea Rifatto | 17/07/2014 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/07/2014 | ATTUALITÀ
6731 Lettori unici | Commenti 5
L'edificio che ha ospitato la sede taorminese
Il Consorzio Universitario per la Formazione Turistica Internazionale, ente di riferimento dell'ex deputato nazionale Carmelo Briguglio, sembra essere piombato in una situazione di declino. Da alcuni mesi la sede centrale di Taormina ha chiuso battenti, lasciando nelle casse del Comune, proprietario dell’immobile, un buco che già al 30 maggio 2013, secondo i calcoli di Palazzo dei Giurati, ammontava a 299.242,03 euro. Somme che nonostante l’avvio del procedimento di sfratto per morosità da parte dell’amministrazione comunale del sindaco Eligio Giardina, il Cufti non ha mai versato. Ma c’è di più: l’ente di formazione professionale, per rientrare in parte dal debito, aveva provato a cedere al Comune di Taormina un presunto credito vantato nei confronti della Regione Sicilia, per un importo di 148.219,55 euro: somme che però la Regione non hai mai liquidato, bollando come nullo l’atto di cessione del credito, risalente al dicembre 2012. Secondo quanto comunicato dall’avv. Davide La Rosa, legale del Comune della Perla, lo scorso 12 giugno, il Consorzio ha liberato i locali di contrada Sant'Antonio, rendendo dunque non necessaria l’attivazione dello sfratto per morosità. Ma il permanere della situazione debitoria ha portato il Comune ha proporre ricorso per l’emanazione di decreto ingiuntivo, volto a recuperare le somme delle quali il Cufti è debitore. L’incarico legale è stato conferito all’avv. La Rosa, con studio in Taormina, che ha presentato un preventivo di parcella per competenze professionali dovute per un corrispettivo totale di 2.844,81 euro. Somma che sarà liquidata dall’Ufficio Contenzioso solo al termine del grado o della fase del giudizio.
L’ente intanto da Taormina è approdato a S. Teresa di Riva, dove sono attivi al momento i corsi di formazione. Ma la situazione non è delle migliori: da un anno e mezzo oltre trenta dipendenti attendono il pagamento delle mensilità, e negli ultimi quattro-cinque mesi i contratti di lavoro sono stati ridotti da tempo indeterminato a contratti di solidarietà, passando così da 36 a 18 ore lavorative. Aspetti che pare siano sotto la lente di ingrandimento degli Ispettorati del Lavoro di Messina e Catania. E la ventilata ipotesi di una chiusura dell’ente il 31 ottobre prossimo, quando si concluderanno i corsi, sembra prendere sempre più piede.