Taormina, il Pd contesta le società partecipate: "Utili solo per poltrone ben retribuite"
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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Il Circolo Pd di Taormina
«Tutto dimostra che la partita sembra giocarsi su di un piano che francamente non promette nulla di buono e comunque non interessa ai taorminesi, ma soltanto ai professionisti della politica che sono a caccia di incarichi professionali, di poltrone ben retribuite e sistemi di gestione della spesa pubblica». Arriva una dura presa di posizione del Circolo del Partito democratico di Taormina contro la decisione del sindaco Cateno De Luca di creare quattro nuove società partecipate per la gestione di servizi in città. «Non crediamo che la creazione di altre società satelliti, le cosiddette partecipate, darà alla città prospettive di miglior gestione dei servizi - commenta il Circolo guidato dal segretario Filippo Patanè - soprattutto se asservite a un disegno che pone Taormina sotto la bandiera della Città metropolitana di Messina. Sono logiche che non riguardano la buona gestione della cosa pubblica, tutt’altro. Piuttosto si tratta del ritorno ad una stagione che ha causato gravi danni economici alle comunità, come i fallimenti di Messinambiente e degli Ato, liquidazioni di cui ancora paghiamo e pagheremo le conseguenze, in termini di debiti che gravano sui Comuni e quindi sui cittadini. Pertanto, c’è la necessità che i consiglieri comunali verifichino preventivamente se le società che andranno a costituirsi realizzino, con un preventivo studio certificato, risparmi di spesa o una migliore gestione. Soprattutto, va ricordato che una società, per il solo fatto di esistere, ha dei costi (indennità di presidenti e consiglieri di amministrazione, uffici fisicamente disponibili, strumentazione tecnica, personale che si occupi di farla funzionare, ecc.)». Al di là dei ragionamenti tecnici ed economici, il Partito democratico taorminese si dice preoccupato proprio per tentativo di mettere tutto sotto l’egida della Città metropolitana, «perché è proprio contrario all’interesse dei nostri comuni che si sono sempre difesi dal tentativo di essere assorbiti ed annullati in un disegno centralista, che non tiene conto delle differenze territoriali e delle esigenze pratiche di gestione dei singoli servizi. Se si stesse parlando di attivare forme di condivisione che riguardano i soli comuni del circondario - rilevano i Dem - una forma di unione multi-servizi, potremmo parlare di un progetto quantomeno da discutere con interesse. Pare, invece, che si stia tentando di costruire mega-partecipate che sono già il preludio a mega-fallimenti». Il Circolo cita il recente “incidente” del gas metano, con la fornitura chiusa erroneamente da Asm per una valvola scambiata con quella dell’acquedotto, per sostenere che “gestire servizi “in casa”, se non si ha memoria delle cose, personale adeguato e quadri preparati, possa diventare un grande problema», aggiungendo infine che la situazione della Srr e dell’Ati, gli enti che sovrintendono agli appalti della raccolta rifiuti e alla gestione del servizio idrico integrato a livello provinciale, ancora bloccate in uno stallo politico, fanno capire che il disegno di “ammucchiare” tutto nelle società messinesi va contrastato con ogni mezzo.