Taormina, la crociata di De Luca per stanare gli "evasori ricchi": in arrivo 25mila avvisi
di Andrea Rifatto | 08/09/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/09/2023 | ATTUALITÀ
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il sindaco De Luca e il vice Sterrantino
La definisce l’evasione dei ricchi, di coloro che potevano pagare ma non lo hanno fatto volutamente. Il sindaco Cateno De Luca va all’attacco dei contribuenti taorminesi debitori e annuncia un’azione imponente di recupero delle imposte evase per attuare la strategia “pagare tutti per pagare meno e garantire servizi”. “Stiamo per inviare 25.000 avvisi di accertamento - rende noto - a Taormina c’è l’80% di evasione concentrata sul 20% dei contribuenti, ci sono alberghi che devono versare anche 200-300mila euro di canone idrico, non sono mai stati fatti gli avvisi e le diffide e con il passare del tempo è maturata la prescrizione, che ogni anno ha permesso ai grandi evasori di risparmiare anche 150mila euro”. De Luca lancia accuse pure verso i funzionari di Palazzo dei Giurati, additati di essere complici della “logica del panettone” consegnato dai morosi in cambio del mancato invio degli avvisi. Secondo le prime stime nelle casse del municipio vi è stato un mancato introito di circa 50 milioni di euro, di cui 25 milioni relativi all’Imu per 5 milioni l’anno nell’ultimo lustro. Tra giugno e luglio di quest’anno, però, l’incasso Imu è cresciuto di 1,7 milioni di euro rispetto al 2022: un primo segnale della “cura” De Luca? “Ci sono evasori anche tra gli inquilini del Palazzo - ha denunciato il sindaco - e stiamo procedendo con la trattenuta sullo stipendio (dodici le compensazioni entro i limiti di un quinto della paga applicate per il mese di agosto, ndc) ed entro dicembre finiremo”. Nel mirino anche attività commerciali e ricettive: “Chi non avrà il certificato di regolarità tributaria non potrà avere a che fare con il Comune - avverte De Luca - darò il tempo entro quest’anno di mettersi in regola, dopo non metterò piede in quegli esercizi, non vado da chi pretende i servizi e non fa il proprio dovere. E per chi non paga il suolo pubblico è prevista la sospensione e poi la revoca della licenza”. Il sindaco di Taormina cita il caso di un bar “che ha chiuso ma deve al Comune 600mila euro di canone idrico e suolo pubblico, un locale che era la base di Mario Bolognari e dei suoi sodali durante la campagna elettorale”. E a stretto giro arriva la replica dell’ex sindaco: “Siamo ormai abituati a questo stile allusivo, ma allo stesso tempo ci siamo stancati di continue bugie e mistificazioni - commenta il consigliere di minoranza - chiediamo che si dica il nome del locale, subito e senza giri di parole, perché possiamo presentare circostanziata denuncia nei confronti di questo bugiardo seriale. Comprendiamo anche che sia nervoso per il fallimento in appena tre mesi su tutti i fronti (acqua, rifiuti, viabilità), che assessori e consiglieri non gli sono di grande aiuto, che le figuracce che fa in giro sono ormai da collezione - aggiunge Bolognari - ma se la prenda solo con se stesso, non con l’opposizione che fa il proprio lavoro. Forse il sindaco non si è accorto che il gruppo di opposizione non ha detto una sola parola sullo scempio dei rifiuti o sulla mancanza prolungata d’acqua, non abbiamo detto una parola perché non vogliamo fare cattiva propaganda alla nostra città, ma questo non va scambiato per acquiescenza. Pretendiamo di sapere il nome del locale, quali debiti ha col Comune, quali riunioni si sarebbero svolte e quando. Altrimenti, chieda scusa, se ne è capace”.