Taormina, stimato il nuovo canone per concedere il Palacongressi: impennata del 1000%
di Andrea Rifatto | 29/09/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 29/09/2023 | ATTUALITÀ
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L'immobile è stato chiuso a luglio per inagibilità
Che non fosse ritenuto congruo dalla nuova Amministrazione comunale era già evidente, ma non al punto tale da decuplicare. Sono bastati pochi giorni al Comune di Taormina per avere gli esiti della perizia di stima per il calcolo del canone di locazione da applicare al Palazzo dei Congressi, immobile pubblico al momento chiuso per inagibilità. L’incarico è stato affidato l’8 settembre al commercialista Salvatore Cardile di Riposto, per un compenso di 3mila 500 euro, e a svelare gli esiti dello studio è stato il sindaco Cateno De Luca in Consiglio comunale, durante la discussione sulla gestione del patrimonio. “La locazione degli immobili deve avvenire attraverso un’indicazione di base d’asta sul valore di mercato e l’esperienza del Palacongressi è stata meravigliosa - ha evidenziato ironicamente il primo cittadino - perchè il valore di mercato non è stato preso come riferimento. Adesso abbiamo una perizia che stima il valore del canone di affitto annuale in 450mila euro, mentre finora lo abbiamo ‘regalato’ a 40mila euro. Ma è ancora tutto da vedere”. Il valore economico dell’immobile stimato nel 2022 dall’Area Servizi alla Città è di 2 milioni 280mila 121 euro e la gara bandita la scorsa primavera, che partiva da un importo di 396mila euro per l’affidamento in concessione dei servizi di promozione e gestione delle attività congressuali e di organizzazione degli eventi al Palacongressi per nove anni, era stata vinta dalla società “Aditus” insieme a “Momento”, con un rialzo del 38% sull’importo del canone annuo di 44mila euro oltre Iva, dunque per un totale di 60mila 720 euro annui da versare nelle casse del Comune. Il canone stimato adesso dal Comune ammonta invece a quasi dieci volte di più con un incremento del 1000%. La nuova Amministrazione ha deciso di revocare la gestione all’inizio di luglio, perchè secondo il Comune mancava un “elemento essenziale” come la verifica di vulnerabilità sismica e vi erano varie criticità in ordine alla complessiva agibilità dell’edificio, che nei giorni successivi è stato chiuso. “Aditus” si è rivolta immediatamente al Tar di Catania e i giudici hanno accolto il ricorso stabilendo che la gestione è stata revocata illegittimamente e che i provvedimenti adottati da Palazzo dei Giurati sono nulli. Adesso il giudizio si è spostato al Cga di Palermo, dove il Comune ha proposto appello difeso dagli avvocati Carmelo Moschella e Gaetano Callipo. “Non esiste un inventario degno di questo nome con i valori di mercato e il nostro stato patrimoniale è impreciso nel valore e probabilmente anche nel censimento - ha specificato De Luca - abbiamo iniziato una procedura di valorizzazione di alcuni beni (Badia Vecchia ed ex “La Giara”, ndc), si può essere d’accordo o meno, ma è emerso che ci troviamo con il rischio di un caso “Fontana di Trevi”, perchè l’immobile dell’Ufficio Tributi ed ex ‘La Giara’ catastalmente non esistono, risultano terreni, quindi dobbiamo accatastarli e diventa fondamentale la consistenza del bene anche sotto il profilo giuridico-amministrativo. Sappiamo già che non abbiamo un solo bene agibile, ma anche questo fa parte della classificazione del patrimonio - ha concluso il sindaco - ogni bene viene catalogato secondo dei criteri che ne cambiano il valore e per portarli all’agibilità servono investimenti e programmazione e una previsione nel bilancio, a cui è collegato lo stato patrimoniale. Con una ricognizione il patrimonio si aggiorna e può crescere”.