"Telecamere chiuse negli scatoli": la denuncia Slc-Cgil sull'Ufficio postale di S. Teresa
20/06/2017 | ATTUALITÀ
20/06/2017 | ATTUALITÀ
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L'ufficio postale di S. Teresa centro
Dopo la rapina del 22 maggio all’Ufficio postale centrale di S. Teresa di Riva non è cambiato nulla. Lo denuncia il Sindacato Lavoratori Comunicazione-Cgil di Messina in una nota inviata a Poste Italiane a firma del segretario provinciale del Settore Poste, Carmelo Stancampiano, che ribadisce le scarse condizioni di sicurezza della struttura ad un mese di distanza dal colpo che ha ruttato un ricco bottino. “Facciamo seguito alla nostra nota del 22 maggio, nell’immediatezza della rapina, per denunciare che ancora nulla si è mosso e la situazione è rimasta immutata. É vero che dovrebbero essere arrivate in ufficio delle telecamere ‘usate’, ma il condizionale è d’obbligo in quanto sono da settimane chiuse in uno scatolo. Riteniamo che, restando inscatolate, difficilmente possano assolvere al compito di videosorveglianza per il quale sono deputate. Forse per il montaggio stiamo aspettando che qualche regista di grido si liberi dagli impegni cinematografici?” – scrive Stancampiano. Il rappresentante sindacale fa poi notare come le sole telecamere non siano sufficienti a garantire che l’Ufficio postale rientri nei parametri previsti dalle normative vigenti in materia di sicurezza. “Ci permettiamo di segnalare le altre anomalie che debbono essere risolte in brevissimo. La doppia porta blindata che separa la sala pubblico dalla retrosportelleria, ha offerto una resistenza veramente risibile (pochi secondi) ai malviventi, che sono riusciti ad accedere nei locali con una facilità disarmante: è necessario dotare le porte di serrature di tipo europeo, inibendo l’apertura di un battente se l’altro è ancora aperto; l’Ufficio ha due uscite, una sul lato anteriore, l’altra su quello posteriore, dove tra l’altro operano i colleghi del recapito: dalle ore 7,30 fino alle ore 8,20, orario di apertura al pubblico, e dalle 19 alle 19,30, orario di chiusura, la porta anteriore è blindata da una saracinesca e ne consegue pertanto che in questo lasso di tempo, in presenza di un’emergenza, i lavoratori presenti possono utilizzare come via di fuga esclusivamentel’uscita posta sul retro dell’immobile, assolutamente fuori norma in quanto apre verso l’interno e non verso l’esterno, non è dotata di maniglione antipanico e soprattutto ha due battenti, quindi bisogna superare due porte: il sistema di climatizzazione, che continua a fare le bizze, è assolutamente carente e necessita di un potenziamento con l’istallazione di nuove macchine oppure la sostituzione. Si rappresenta che in materia di sicurezza sul lavoro, l’Azienda si è dotata di un modello che prevede ambiti di competenza e responsabilità, anche di carattere penale – conclude Carmelo Stancampiano del Slc Cgil – e lo scrivente, nella sua qualità di Rls, ha il compito precipuo di rappresentare le necessità agli organi aziendali che, sono certo, si adopereranno in breve tempo per ripristinare la situazione”.