Articoli correlati
Terre con arsenico stoccate ad Alì Terme, il sindaco presenta una denuncia alla Procura
di Andrea Rifatto | 17/11/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 17/11/2024 | ATTUALITÀ
1109 Lettori unici
I cumuli di terre coperti da teloni ad Alì Terme
«Un’indagine tempestiva per accertare eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione dei materiali stoccati e nella conduzione dei lavori, verificando se possano configurarsi ipotesi di reato». A chiederla è l’Amministrazione comunale di Alì Terme, che vuole vederci chiaro su cosa stia accadendo nel cantiere del raddoppio ferroviario e soprattutto sulla presenza e la gestione dell’arsenico. Così il sindaco Tommaso Micalizzi ha presentato una denuncia-querela alla locale Stazione Carabinieri, per porre all’attenzione della Procura della Repubblica di Messina «fatti afferenti alla segnalazione pervenuta alla nostra Amministrazione circa la presenza di stoccaggio di materiale, in particolar modo terre da scavo, nei pressi del cantiere nel torrente Nisi, sulla sponda idraulica sinistra, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti». L’input è arrivato dalla segnalazione inviata mercoledì 13 da una cittadina, che ha fatto presente come vi fossero in cantiere terre derivanti da scavo coperte da un telone verde: “Mi sono prontamente attivato e ho chiesto al vicesindaco Nino Melato di contattare i responsabili del Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, l’ingegnere Giuseppe Russello (production manager) e il geometra Fedele Armentano (direttore costruzioni) - scrive Micalizzi - Russello, raggiunto telefonicamente, rimandava la questione ad Armentano, che contattato da Melato ha confermato che i materiali stoccati sotto al tendone provenivano dagli scavi per le fondazioni dei piloni dell’opera nel torrente Nisi. Armentano, alla richiesta di Melato sull’effettuazione delle caratterizzazioni, ha anche riferito che le analisi sui materiali erano già state fatte e che i risultati erano giunti il giorno precedente». Micalizzi ha fatto svolgere un sopralluogo alla Polizia locale e ha informato i Carabinieri e alle 13.40 di mercoledì 13 «il vicesindaco mi comunicava telefonicamente che il geometra Armentano aveva confermato che nei materiali stoccati sotto il tendone risultavano superamenti di concentrazioni della soglia di contaminazione del parametro arsenico. Non appare chiaro se le procedure adottate siano conformi alla prescrizioni di legge - evidenzia il sindaco nella denuncia - in quanto sembrerebbe che il materiale sia stato stoccato su terreno libero e non in una vasca di contenimento a tenuta stagna, con un semplice telone di plastica a copertura delle terre. Non è poi ben chiaro se il materiale fosse già presente da tempo e si sia provveduto solo adesso alla copertura o se lo stoccaggio sia avvenuto negli ultimi giorni dopo il sequestro della vasca lato Nizza di Sicilia. Inoltre i luoghi oggetto di deposito, proprio nella giornata del 13 novembre erano interessati da copiose piogge, per cui le acque si sono liberamente propagate nei terreni circostanti, in quanto le terre non erano contenute in una vasca ben delimitata». Micalizzi chiede quindi alla Procura di avviare un’indagine urgente per verificare eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione dei materiali stoccati, nella conduzione dei lavori e nell’eventuale lesione dell'ambiente e della salute pubblica; accertare l'esistenza di eventuali reati legati all'inquinamento ambientale, alla gestione inadeguata dei rifiuti pericolosi e alle violazioni delle normative sanitarie; verificare la regolarità dei lavori e se le pratiche di stoccaggio dei materiali siano conformi alle normative ambientali e di sicurezza e prendere i provvedimenti necessari per tutelare la salute e l'ambiente, impedendo ulteriori rischi per la popolazione. Alla magistratura viene chiesto di «disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti così come esposti dettagliatamente, valutando gli eventuali profili d’illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti». Nella denuncia il sindaco di Alì Terme sottolinea come «per quanto è stato possibile appurare, ove fosse dimostrato che le terre attualmente stoccate in territorio di Ali Terme siano effettivamente contaminate da valori di arsenico superiori alla norma, è evidente che la modalità di gestione del cantiere rischia di determinare un grave pregiudizio per l'ambiente e per la salute pubblica, in quanto a prima facie non sembrano essere stati adottati specifici accorgimenti per evitare la fuoriuscita di acqua piovana dal sito di stoccaggio su terreno libero, così come non sembra che gli operai addetti al cantiere indossino gli specifici dispositivi di protezione individuale relativi alla prevenzione di inalazione di polveri potenzialmente contaminate. Si precisa che la zona interessata si trova a monte di una zona densamente abitata e a poche centinaia di metri dal litorale e inoltre nella stessa zona sono presenti numerosi appezzamenti di terreno con relative colture e anche alcuni pozzi di adduzione di acqua».