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"Tiro a segno", raccolta di firme contro la demolizione
di Sikily News | 15/03/2014 | ATTUALITÀ
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Il "Tiro a segno" rischia di scomparire
Scatta la mobilitazione in difesa dell'area del “Tiro a segno” ad Alì Terme. Nell'ambito dei lavori di costruzione del nuovo ponte sul torrente Nisi è infatti prevista la demolizione dell'edificio che caratterizza la zona, un vecchio fabbricato dei primi anni del Novecento ormai in stato di completo abbandono. Durante l’epoca fascista la zona era destinata alle adunanze ed alle manifestazioni sportive (i cosiddetti sabati fascisti). Ecco perché, secondo gli architetti Giovanni Garufi e Francesco Gregorio, demolire il fabbricato del “Tiro a segno nazionale”, significherebbe cancellare un pezzo di storia non solo aliese ma dell'intera riviera jonica. “Il bene storico non deve necessariamente essere un capolavoro di architettura e sicuramente il fabbricato del “Tiro a segno nazionale” non lo è – spiegano i due professionisti - ma, unitamente a tutta l’area posta in adiacenza degli argini del torrente Fiumedinisi, ha rappresentato un importante momento della storia dei nostri padri”. Secondo gli architetti Garufi e Gregorio, “se proprio si deve realizzare un nuovo ponte non si capiscono i motivi per i quali è possibile realizzare un nuovo ponte a 20 mt di distanza da quello esistente e non è possibile realizzarlo a 100 mt. Sempre di nuovo ponte si tratta e sempre nella fascia compresa fra 150 e 500 mt dalla battigia”. Il nuovo ponte e i rischi per la viabilità Quali soluzioni
Domenica mattina, dalle ore 10 alle 13, i due professionisti saranno presenti in piazza Prestia ad Alì Terme, dove si procederà alla raccolta delle firme per fermare la prevista demolizione del fabbricato. Nel documento, che verrà inviato agli organi competenti per chiedere una revisione del progetto, vengono individuate anche alcune criticità sotto il profilo della sicurezza viaria. “Molta preoccupazione e forti perplessità – si legge - suscitano la doppia curva in corrispondenza del territorio di Alì Terme che sembra finalizzata solo alla salvaguardia di terreni privati ma non alla salvaguardia del bene storico-documentario. Allarme invece suscita la rotatoria prevista nel comune di Nizza di Sicilia. E’ una trappola! Immaginatevi un automobilista che transita in direzione Catania-Messina, si immette nella curva cieca e si trova improvvisamente davanti la rotatoria rischiando di dirigersi contromano o sullo spartitraffico centrale. Sembra che le norme (ma anche il buonsenso) non valgono per l’Anas”.
Ma quale sarebbe l'alternativa? Secondo Garufi e Gregorio ci sarebbero più soluzioni, “ma la prima, la più ovvia, la più economica, la meno invasiva, è quella del consolidamento del ponte esistente”. “L’Anas – si legge ancora nella petizione - sostiene che “ la demolizione dell’impalcato stradale esistente avrebbe alterato l’equilibrio statico del ponte ferroviario in esercizio, avendo i due impalcati le strutture di sostegno tra loro solidali” La motivazione sembra molto debole. E’ appena il caso di ricordare che l’Anas ha sostituito l’impalcato del ponte fra i comuni di Furci Siculo e Roccalumera pochi anni fa e che tale ponte è nelle stessa situazione di quello sul torrente Fiumedinisi, ovvero le strutture di sostegno dei due impalcati, ferroviario e stradale, sono fra loro solidali. E che Rfi, circa 10 anni fa, ha sostituito tutti gli impalcati del ponte ferroviario in pochissimo tempo. Come mai Rfi ha cambiato idea? Esiste una corrispondenza che confermi questo diniego? Sono state fatte prove di carico sull’impalcato stradale e sulle strutture di sostegno?”.