Turismo, il grido d'aiuto di Antonino: "Noi stagionali da mesi senza stipendi e indennità"
di Andrea Rifatto | 14/10/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/10/2020 | ATTUALITÀ
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Nel comprensorio disagi per 10mila unità
“Se non fosse stato per la mia famiglia, sarei morto di fame”. Antonino Miano ha 36 anni, vive a Savoca e lavorava come lavapiatti in una struttura alberghiera della zona jonica, con un contratto di 1.300 euro lordi mensili. L'ultimo giorno che ha lavorato è stato il 31 ottobre 2019 e da lì ha percepito l’indennità di disoccupazione Naspi fino a marzo 2020. Poi è arrivata la pandemia, molte strutture turistico-ricettive, soprattutto nel Taorminese, sono rimaste chiuse o hanno aperto in forma ridotta con meno personale, e dunque molto addetti del settore sono rimasti a casa. “Da lì ho iniziato a prendere le indennità Covid-19 riservate agli stagionali del turismo, rispettivamente di marzo, aprile e maggio - racconta - l'ultima indennità, cioè quella relativa a maggio per un importo di 1.000 euro, mi è arrivata il 16 luglio ma a molti amici che lavorano nel mio stesso settore ancora non è arrivata”. Dunque senza reddito e senza futuro: una situazione, quella dei lavoratori stagionali del settore turismo, che nel solo comprensorio jonico riguarda almeno 10mila unità, che chiedono aiuto e lanciano un grido di allarme. “Come dovrei fare a sopravvivere non avendo ancora lavorato nemmeno un giorno in questo 2020 e avendo come unica fonte di reddito solo l'indennità Covid-19 di questi tre mesi - si chiede Antonino - il Governo aveva promesso un ulteriore ampliamento della indennità anche a giugno, luglio e agosto, ma siamo ad ottobre e ancora non si è visto nulla. La mia situazione è uguale a quella di migliaia di persone come me - conclude il giovane - chiediamo con il cuore in mano un aiuto allo Stato". Quella che sta investendo la Sicilia è una crisi senza precedenti e tocca circa 50 mila addetti nel turismo di cui circa 35 mila stagionali che svolgevano attività nelle strutture ricettive e nei pubblici esercizi: la maggior parte dei lavoratori che hanno concluso la stagione nel 2019 ha infatti già finito il periodo di Naspi e dunque sono rimasti senza alcun sussidio. “Alla Regione abbiamo chiesto di stanziare dei fondi nella finanziaria, ma il nostro appello è caduto nel vuoto – dice Marianna Flauto, leader regionale della Uiltucs – oltre che sollecitare le istituzioni regionali e nazionali, proveremo a sostenere i lavoratori attraverso un piccolo contributo erogato dell’ente bilaterale regionale per il turismo”.