Turismo nella Jonica, avanti piano ma è la sfida del futuro
di Gianluca Santisi | 07/07/2016 | ATTUALITÀ
di Gianluca Santisi | 07/07/2016 | ATTUALITÀ
2878 Lettori unici | Commenti 1
Avanti piano. Lo sviluppo turistico procede a piccoli passi nella riviera jonica ma è sicuramente la sfida del futuro per un territorio che offre potenzialità ancora in gran parte inespresse. Un attento monitoraggio, per conto dell’assessorato regionale al Turismo, è stato effettuato da Antonio Allegra, direttore dell’Ufficio Turistico di Giardini Naxos. I dati analizzati sono però quelli del 2014, non essendo ancora entrato a regime il nuovo sistema di rilevazione implementato dalla Regione. Sant’Alessio Siculo è il comune-leader con 100.025 presenze, seguito da Forza d’Agrò (55.645) e Roccalumera (26.901). “Purtroppo soltanto questi ultimi comuni, sulla scia di Sant’Alessio, hanno avuto la lungimiranza “politica” – spiega Allegra – di posizionare nel mercato, al di là di una seria programmazione, un prodotto locale per così dire “minore”, cioè complementare rispetto al polo turistico d’eccellenza Taormina-Giardini Naxos, sulla base di un discreto tessuto ricettivo”. Secondo il funzionario regionale, sono invece i comuni dell’entroterra “a pagare pesantemente la cronica insufficienza e carenza di infrastrutture, prima fra tutte quelle del trasporto, capaci di consentire la mobilità dei flussi sul territorio ed un’adeguata fruibilità del patrimonio storico-artistico e delle risorse naturalistiche ed ambientali che anche il più sperduto paesino può vantare”. In un panorama generale parecchio deficitario, l’esempio “storico” di Sant’Alessio, nonostante le difficoltà degli ultimi anni legate ai problemi di erosione costiera, dimostra come anche le “microaree” possano sviluppare un’offerta appetibile in alternativa alla vacanza di massa. “È il momento del turismo ecosostenibile ed ecocompatibile – incalza Allegra – ed occorre profondere il massimo sforzo per non perdere forse l’ultima opportunità di sviluppo turistico nella fascia jonica. L’analisi dei dati obiettivi emersi dall’indagine mi induce a ritenere che nel nostro comprensorio la tipologia ricettiva più idonea alle condizioni locali, alternativa a quella alberghiera, sia da individuare nell’agriturismo, nei bed and breakfast e nel cosiddetto “albergo diffuso” di recente istituzione, quali forme di turismo “minore”, magari a conduzione familiare, tutti caratterizzati – conclude Allegra – da uno stretto legame con le peculiarità ed identità di ciascun comune”.