Turismo sommerso a S. Teresa, Federalberghi avvierà uno studio sulle strutture
di Andrea Rifatto | 08/06/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/06/2017 | ATTUALITÀ
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Federalberghi Riviera Jonica Messina avvierà uno studio sul turismo ricettivo illegale a S. Teresa di Riva, collaborando con il Comune per scovare gli irregolari. Lo annuncia il presidente del sodalizio, Pierpaolo Biondi, commentando la notizia dei giorni scorsi con cui abbiamo reso noto come a S. Teresa risultino registrate 15 attività (11 bed and breakfast, un agriturismo, una struttura di turismo rurale con ristorante, un residence e un aparthotel) mentre su portali di prenotazioni come Airbnb.com, utilizzato anche da Federalberghi nazionale per confrontare i numeri ufficiali con quelli del sommerso, vi siano 306 possibili scelte tra B&B, case vacanza, appartamenti e ville. Numeri che fanno emergere come molte strutture ricettive siano o non autorizzate o sconosciute agli organi competenti e al Fisco. “Da tempo abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione del territorio per far comprendere che un corretto sviluppo turistico deriva da un mercato con regole precise ed uguali per tutti, con un attenzione particolare verso il turismo ricettivo illegale e tutte le relative e possibili conseguenze occupazionali – spiega Biondi – e Federalberghi è in grado di avere dati statistici precisi sulle attività ricettive presenti sul territorio. Al momento la stessa non possiede statistiche precise sul comune di S. Teresa, per cui possono essere fatte esclusivamente delle deduzioni dai portali on-line, e come deduzioni rimangono tali, in quanto non si basano su alcuno studio statistico o dato empirico. Qualsiasi affermazione su eventuali strutture ricettive illegali deve essere avallata esclusivamente da uno studio tecnico in collaborazione con il Comune. Per una corretta comunicazione verso il pubblico Federalberghi Riviera Jonica Messina ribadisce che qualsiasi affermazione su eventuali strutture ricettive illegali presenti nel Comune deve essere avallata esclusivamente da uno studio tecnico del sistema ricettivo in collaborazione con il Comune di pertinenza: senza di esso – sostiene il presidente – qualsiasi affermazione rimane una valutazione senza alcuna base tecnica ed essendo tale non rappresenta un dato reale e non può essere confermata da Federalberghi Riviera Jonica Messina. Intento di Federalberghi – conclude Pierpaolo Biondi – non è essere contro le nuove forme di imprenditorialità ricettiva, bensì la stessa è inclusiva e tende a sensibilizzare e formare il mondo del turismo ricettivo per consentire una crescita sana ed uniforme del comprensorio turistico”. Il presidente Biondi, da noi interpellato in merito ai dati ricavati dai portali online, aveva commentato nei giorni scorsi come dalla disparità tra strutture registrate e conosciute e attività sommerse emergesse la presenza di 600 posti letto non riconosciuti a S. Teresa. Una problematica generale evidenziata anche dal presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca, che ha dimostrato come in tutta Italia risultino al Fisco 33mila contribuenti che gestiscono locazioni brevi, mentre su Airbnb, ad esempio durante la settimana di Pasqua, vi erano 214mila annunci: centinaia di migliaia di appartamenti privati affittati senza nessuna regola, senza nessuna garanzia per i consumatori, senza nessuna tutela per i lavoratori, senza pagare un centesimo di tasse. Anche alle nostre latitudini. Bene, dunque, che si avvii uno studio per scovare i furbetti e tutelare gli onesti.