Tutti a mare anche dove non si può: i divieti della Regione restano sulla carta - FOTO
di Andrea Rifatto | 21/08/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 21/08/2023 | ATTUALITÀ
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Uno dei tratti non balneabili ma frequentati
“E così qui non potremmo andare a mare? Non ce n’eravamo mai accorti” esclama un bagnante soffermandosi su un cartello che indica il divieto. Perchè sulla carta sono 1,220 i chilometri di costa jonica non balneabili a scopo precauzionale, ma in realtà continuano ad essere frequentati. Restano inattuati anche in questa stagione, infatti, i divieti di balneazione previsti dalla Regione nei tratti di mare tra Letojanni e Alì Terme interessati dalle immissioni delle condotte sottomarine dei depuratori. Le zone da interdire in via cautelativa, come previsto dal Dipartimento Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico dell’Assessorato alla regionale della Salute nel decreto di aprile sulla stagione balneare, sono cinque e ai sindaci spetta il compito di emettere le ordinanze sul divieto di balneazione e installare i cartelli in aree facilmente visibili, con i contenuti espressi almeno in due lingue. Dunque aree off limits per i bagnanti seppur non siano inquinate, ma che per la Regione devono rimanere non balneabili per evitare inconvenienti legati a possibili fuoriuscite di reflui non adeguatamente depurati dalle condotte di scarico degli impianti di trattamento dei reflui fognari. Ma avviene davvero tutto ciò? Abbiamo girato lungo la costa appurando che in realtà le prescrizioni non vengono rispettate alla lettera. Partiamo da Letojanni, dove il divieto interessa un tratto di 200 metri in direzione del torrente San Filippo, in corrispondenza del depuratore: una porzione di costa costituita da scogli e poca spiaggia, dunque non molto frequentata, dove il cartello che indica il divieto di balneazione risale al 2016 e sono presenti pochi bagnanti. A Sant'Alessio Siculo sono due i tratti non balneabili: in direzione sud dal torrente Salice (dove ricade lo scarico del depuratore) è presente un solo cartello lato nord indicante l’ordinanza del 2022, mentre nessuna indicazione è presente sul lato opposto (in corrispondenza dell'Ufficio Turistico), ma la spiaggia è stata attrezzata dal Comune e viene fruita regolarmente dai bagnanti, mentre nell’altro tratto interdetto alla foce del torrente Agrò non sono installate indicazioni e i villeggianti trascorrono tranquillamente le loro giornate in acqua. In quest’ultimo tratto continua il divieto di balneazione fino a Santa Teresa di Riva, per 150 metri verso nord dalla foce, ma anche qui residenti e turisti accedono liberamente all’arenile, mentre il cartello che indica il divieto aggiornato a quest’anno è posto diverse decine di metri prima del limite ufficiale stabilito dalla Regione e nel tratto non balneabile è presente anche un accesso comunale attrezzato con passerella e doccia. A Furci Siculo sono interdetti 160 metri verso sud dalla foce del Pagliara, vista la presenza del depuratore consortile che riceve i reflui da Roccalumera, Furci e Pagliara, ma nessuno fa caso alla tabella di divieto aggiornato con i dati dell’ordinanza dello scorso anno e il mare è regolarmente frequentato; situazione analoga proseguendo verso nord e varcando il confine di Roccalumera, dove esiste una delle zone non balneabili più frequentate: nonostante il divieto previsto fino a 160 metri verso nord dalla foce del torrente, quasi fino alla via Amerigo Vespucci, la spiaggia è sempre affollata e anche attrezzata dal Comune con passerelle, docce e scivole e a nessuno sembra sorgere il dubbio se quel tratto sia balneabile, nonostante i cartelli aggiornati al 2023 siano ben visibili. L’ultimo tratto interdetto è quello tra Nizza di Sicilia e Alì Terme, in direzione del torrente Fiumedinisi, ma l’area sembra poco frequentata anche perchè i tratti di spiaggia libera alternativi sono molto ampi.