Unione Valli Joniche, “Il marchio d’area per dare una svolta all’economia e al turismo”
di Andrea Rifatto | 30/10/2016 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 30/10/2016 | ATTUALITÀ
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Il sindaco di Casalvecchio, Marco Saetti
“Possiamo dare una svolta all’economia e smuovere il sistema produttivo”. È fiducioso il sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Saetti, che sta seguendo per conto dell’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani il progetto per la creazione di un marchio d’area, strumento che permette di valorizzare gli aspetti positivi del territorio e che richiede il coinvolgimento attivo degli attori del comparto economico e turistico. Le prime basi sono state gettate in un incontro a Forza d’Agrò, dove oltre a Saetti erano presenti il presidente dell’Unione e sindaco del borgo collinare, Fabio Di Cara; il presidente del Collegio dei Geometri di Messina, Lino Ardito, accompagnato da Carmelo Cetraro e Santino Mastroeni; il presidente Slow Food Sicilia, Saro Gugliotta; Giuseppe Restuccia della Condotta Valdemone e Carmelo Garufi, referente Slow Food Furci. “Il marchio – spiega Saetti – sarà la sintesi finale di un progetto che punta a creare sviluppo e occupazione attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici locali, delle tradizioni storiche e culturali dei comuni dell’Unione”. Slow Food avrà il compito, entro il 31 dicembre, di individuare le risorse agroalimentari del territorio che meglio rappresentano il contesto dell’Unione, valorizzare i prodotti agricoli della pesca e delle tradizioni gastronomiche e collaborare nel tracciare un percorso di qualità con un progetto integrativo tra le produzioni agroalimentari, della ristorazione e ricettive. Il Collegio dei Geometri, invece, dovrà censire entro il 31 gennaio i beni artistici e culturali dei borghi, individuare le strutture funzionali al progetto del marchio d’area, specificando per ognuna lo stato attuale e la possibile destinazione futura, e stabilire quali edifici adibire a vetrine del gusto. “Una volta stabiliti i prodotti tipici, creeremo la Via dei sapori e del gusto – prosegue Saetti – e punteremo a stimolare le produzioni delle tipicità secondo disciplinari che assicurino qualità ai visitatori. Basti pensare al nostro olio d’oliva, che ha caratteristiche organolettiche molto elevate e che con la realizzazione di un marchio che lo renda riconoscibile potrebbe essere commercializzato anche fuori dai confini dell’Unione, consentendo un recupero degli uliveti oggi in abbandono”. Tra le proposte messe sul tavolo anche quella di realizzare a Roccalumera, nella struttura dell’ex Speda, un punto di arrivo e trasformazione dei prodotti tipici. A ciò verrà affiancata una rete telematica capace di fornire informazioni su prodotti tipici, bellezze architettoniche, storia, sapori, ricettività, catena di ristorazione, ecc., in modo da far conoscere ai visitatori cosa offre il territorio contraddistinto dal marchio. “Fondamentale sarà il coinvolgimento degli imprenditori del settore gastronomico e della catena di ristorazione, perché la chiave di successo è abituare a servire prodotti locali di qualità, molto ricercati dai turisti. Non bisogna illudersi che tutto ciò sarà realtà domani – ammette Saetti – ma bisogna pur iniziare”.