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Don Bosco in Sicilia per parlare al cuore dei giovani
di Carmelo Tringali | 03/11/2013 | ATTUALITÀ
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La reliquia di Don Bosco nella cappella di Madre Morano
Alla presenza di autorità civili, religiose e militari e una schiera innumerevole di fedeli, provenienti da tutte le parti della Sicilia, ha fatto tappa ad Alì Terme l’urna di San Giovanni Bosco. Il corpo di don Bosco, che consiste in una raffigurazione in cera che contiene la reliquia, è arrivato nella mattinata di venerdì 1 novembre in piazza Madre Morano, dove ad accoglierlo c’erano i sindaci di Alì Terme, Giuseppe Marino, di Alì, Pietro Fiumara, e l’assessore al Comune di Roccalumera Sebastiano Foscolo. Per quanto riguarda le autorità religiose erano presenti l’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, l’ispettore dei salesiani di Sicilia, don Gianni Mazzali, accompagnato dai membri del consiglio ispettoriale e da numerosi salesiani, l’ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice della Sicilia, suor Anna Razionale con tutto il consiglio ispettoriale, suor Chiara Cazzuola e suor Giuseppina Terruggi, rispettivamente consigliera e referente della comunicazione del consiglio generale, la direttrice dell’istituto aliese suor Maria Orlando, le Figlie di Maria Ausiliatrice di diverse comunità della Sicilia, il parroco, padre Vincenzo D’Arrigo, e alcuni parroci del vicariato di Roccalumera. Le autorità militari, invece, erano rappresentate dal comandante della stazione Carabinieri, luogotenente Salvatore Garufi, e da quello della brigata della Guardia di Finanza, luogotenente Francesco Buccafurri. Hanno preso la parola Antonio Cappo, Adelaide Famà e i due sindaci aliesi per un breve saluto di benvenuto. Successivamente è intervenuto padre Vincenzo D’Arrigo: “Il legame che unisce il territorio aliese a Don Bosco – ha detto - è forte e radicato. Tante sono state le generazioni di giovani che a partire da qual lontano 1890, sono cresciute in questo nostro istituto, voluto sì dalla Beata Maddalena Morano, ma voluto dallo zelo pastorale dell’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Guarino, che incessantemente nelle sue missive quasi implorava il santo dei giovani a fare qualcosa per la gioventù di questo nostro territorio. Don Bosco – ha concluso l’arciprete aliese - non vide l’opera, che nacque e si sviluppò grazie all’impegno e alla perizia di Madre Maddalena Morano, non venne allora in questa nostra Sicilia, ma viene oggi con il suo braccio e la sua mano benedicente”. Dopo l'intervento di padre D'Arrigo, il corteo si è avviato in processione verso l’Istituto Maria Ausiliatrice dove all’arrivo si è tenuta una solenne concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. La Piana. Nel pomeriggio, dopo la preghiera conclusiva, l’urna con le reliquie del santo dei giovani è stata portata nella cappella di Madre Morano, per un momento toccante e denso di significato. Poi la reliquia ha lasciato la cittadina termale per raggiungere Taormina. I sindaci Fiumara e Marino con l'arcivescovo La Piana Le Figlie di Maria Ausiliatrice accolgono Don Bosco nella cappella di Madre Morano
Al termine di questa intensa giornata di spiritualità abbiamo intervistato l’ispettore dei salesiani, don Gianni Mazzali e l’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana.
“Don Bosco è qui”: questo il titolo del tour voluto dal Rettor Maggiore dei salesiani che porta in giro per il mondo l’urna di don Bosco. Qual è il significato di questo pellegrinaggio?
“Questo è un giro planetario fatto da don Bosco e ormai siamo giunti quasi alla fine. Don Bosco dal 2009 sta girando tutti i continenti, per ultimo l’Europa, con epilogo in Italia. Quindi noi, anche come Sicilia, ci inseriamo in questo viaggio benedicente di don Bosco per tutto il mondo. Non vogliamo che don Bosco giri perché la gente ammiri un'urna con delle ossa, ma piuttosto che senta rivivere quello che don Bosco ha vissuto e fatto da vivo; quindi renderlo vivo in un contesto socio-culturale molto diverso in due aspetti che velocemente sottolineo: il primo nel riportare il Vangelo, e quindi la salvezza di Gesù, soprattutto ai giovani; il secondo, vorrei che anche voi del mondo della comunicazione lo metteste particolarmente in evidenza, che don Bosco riportasse sulla scena l’urgenza di mantenere la formazione professionale; il tipo di formazione professionale che noi facciamo per i minori, quindi per i ragazzi in obbligo scolastico che a scuola non vanno e non ci vogliono andare, e che noi recuperiamo proprio con questi corsi triennali o quadriennali: meccanici, tipografi, cuochi, estetiste. Ecco, mi auguro che don Bosco faccia un miracolo in questo suo pellegrinaggio e che induca i politici e gli amministratori a seguire e ad aiutare la formazione professionale".
Eccellenza, nella Torino del diciannovesimo secolo don Bosco si muoveva per andare incontro ai giovani di strada. Oggi l’amico dei giovani torna in mezzo ai suoi ragazzi, in giro per il mondo.
“Nella circostanza del bicentenario della nascita di don Bosco questa iniziativa della congregazione salesiana, di portare in giro per il mondo l’urna di don Bosco, veramente consente, anche materialmente, di portare don Bosco in ogni luogo della presenza salesiana. È un richiamo del grande dono di Dio ai giovani, soprattutto, ai poveri e agli sventurati. È il segno che Dio continua ad amare i giovani e che attraverso questo pellegrinaggio dell’urna voglia risuscitare ancora nel cuore di tutti l’affetto e l’amore per i suoi figli più piccoli".