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Vertenza Sicobit, confronto a Savoca tra Cgil e Comune. Il Tar riapre lo stabilimento
di Andrea Rifatto | 24/06/2021 | ATTUALITÀ
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Sindacalisti e lavoratori all'uscita dal municipio
Un’ora e mezza di confronto martedì pomeriggio in municipio a Savoca sulla vertenza Sicobit, l’impresa che lavora conglomerati bituminosi all’interno dello stabilimento di contrada Mandrazzi e che il 10 giugno si è vista negare dalla Città metropolitana la richiesta di unificazione e concentrazione nell'Autorizzazione unica ambientale delle autorizzazioni già esistenti, con l’obbligo a non svolgere attività lavorativa e quindi tenere fermi i 26 addetti. L’Amministrazione comunale, che il 27 maggio non ha riconosciuto la compatibilità urbanistica dell’area dove sorge lo stabilimento (in quanto a destinazione agricola e non industriale) con un provvedimento preso come unico presupposto dall’ex Provincia per il rigetto dell’Aua, ha accettato il dialogo con la Cgil, rappresentata dal segretario provinciale Giovanni Mastroeni e dai sindacalisti Mario Mancini (Fillea) e Andrea Miano (Filcams), ricevendo anche una delegazione di sei lavoratori: ad accoglierli il sindaco Massimo Stracuzzi, il vicesindaco Carmela Miuccio, l’assessore Pippo Trimarchi, la presidente del Consiglio Marica Piazza e la segretaria comunale Filippa Noto. La vicenda è stata analizzata su più aspetti, facendo riferimento anche a quanto accaduto in passato quando erano già sorti problemi, e le parti si sono lasciate con l’auspicio di poter riprendere al più presto il dialogo: “Abbiamo chiesto che si proceda così come fatto nel 2009 - ci ha spiegato al termine dell’incontro il segretario Mastroeni - quando il Comune, nelle more di una definizione della problematica, ha rilasciato un nulla osta a titolo provvisorio e temporaneo per consentire le attività produttive. Noi come Cgil ci impegniamo ad aprire un tavolo alla Città metropolitana con tutti i soggetti coinvolti, impresa, parti sociali, Comune, Regione e Ance, per chiarire una volta per tutte la questione”. Per Mancini “la garanzia occupazionale è il primo obiettivo e puntiamo intanto a consentire la riapertura dello stabilimento, poi fissiamo dei tempi per sederci intorno ad un tavolo: i presupposti riteniamo ci siano, adesso attendiamo una risposta in tempi celeri”. Il sindaco Stracuzzi ha evidenziato come ci sia “massima disponibilità verso i sindacati e i lavoratori, anche a noi preme salvaguardare i posti di lavoro. Dovrò studiare attentamente tutta la vicenda, mi confronterò con il segretario e il legale dell’Ente per capire come procedere, anche se non è facile - ammette - ma abbiamo assunto un impegno e sicuramente non prenderò nessuno in giro”. Intanto la Sicobit ha deciso di tutelarsi sotto il profilo giudiziario e ha presentato ricorso al Tar di Catania contro la Città metropolitana di Messina, il Comune di Savoca, l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e il Dipartimento regionale-Autorità di Bacino del Distretto idrografico, per ottenere l’annullamento (previa sospensione dell’efficacia) dei due provvedimenti contestati emanati da Città metropolitana e Comune” e di ogni ulteriore atto e/o provvedimento antecedente o successivo comunque presupposto connesso o consequenziale, compresa ove occorra la determinazione assunta dalla Conferenza dei servizi nella seduta del 16 dicembre 2020 di interrompere i termini procedurali”. Il presidente della Terza Sezione ha stabilito che “sussiste il pregiudizio richiesto” e ha accolto la domanda di misura cautelare provvisoria, consentendo quindi la ripresa delle attività dello stabilimento, fissando per l’8 luglio l’udienza per la trattazione collegiale in camera di consiglio. La società è difesa dagli avvocati Andrea Scuderi e Giuseppe Sciuto, mentre gli altri enti chiamati in causa non si sono finora costituiti in giudizio.