Viaggio su "Igea", la talpa che scava le gallerie: così da Nizza arriverà a Savoca - FOTO
di Andrea Rifatto | 23/05/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 23/05/2024 | ATTUALITÀ
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Il macchinario in azione nel tunnel "Sciglio"
Si scrive tunnel boring machine, si legge talpa. Per realizzare la più importante opera degli ultimi cinquant’anni, che attraverserà due province, ne entreranno in azione quattro. Lo scavo delle gallerie della nuova linea ferroviaria a doppio binario e ad alta capacità Giampilieri-Fiumefreddo è infatti affidato a macchine tecnologicamente avanzatissime arrivate dalla Cina, costruite per il gruppo Webuild-Pizzarotti. Una di queste, denominate “Igea”, è già all’opera per realizzare la galleria a doppia canna “Sciglio”, lunga 9,3 km, quella di maggiore estensione che partendo dalla fermata di Nizza-Alì attraverserà i territori di Nizza di Sicilia, Roccalumera, Furci Siculo (sottopassando i torrenti), Santa Teresa di Riva e Savoca, da dove la linea proseguirà in viadotto lungo il torrente d’Agrò fino alla nuova stazione di Sant’Alessio Siculo. Siamo stati a bordo, nel corso di una visita alla quale hanno partecipato anche il commissario di Governo dell’opera, l’ingegnere Filippo Palazzo, il referente del progetto di Rfi ingegnere Maurizio Infantino e il project manager di Italferr, l’ingegnere Salvatore Vanadia, per scoprire i “segreti” del gigante tricolore, che ha un diametro di 9,36 metri e un peso di circa 900 tonnellate. Una macchina che adotta le tecnologie tra le più avanzate in termini di sostenibilità ambientale, in quanto è capace di ridurre le emissioni durante lo scavo del tunnel ed è anche del tipo Dual Mode, ossia in grado di poter scavare sia con pressione terrestre in terreni non compatti che in modalità aperta nelle rocce. Una talpa gigante estremamente innovativa, lunga 136 metri, che avanza nel terreno grazie ad una testa fresante sulla quale sono montati gli utensili di scavo, che ruotano ad velocità che può variare in base alla durezza della superficie, ma che è anche una fabbrica mobile: durante lo scavo, infatti, trasporta i detriti fuori dal tunnel e monta in parallelo i rivestimenti, grandi anelli composti da conci prefabbricati larghi 1,80 metri (realizzati nella nuova fabbrica Webuild a Belpasso) che vanno a stabilizzare il terreno, incollati da speciali resine, e fanno sì che dopo il passaggio della Tbm la galleria sia praticamente pronta. A gestire e controllare il processo di scavo sono 25 operai specializzati della società “Seli Overseas”, compagnia del gruppo Webuild specializzata nei lavori sotterranei, che seguono l’avanzamento di “Igea” pari ogni giorno a circa 15 metri: per completare la galleria serviranno dunque cinque anni, due anni e mezzo per la prima canna e altrettanti per la seconda. Dalla cabina di comando, a pochi metri dalla testa della fresa, si controllano tutti i parametri come acqua, pressioni e deviazioni e si monitora l’andamento della vite senza fine che estrae il materiale e lo conduce alla tramoggia collegata con un nastro trasportatore che arriva all’esterno, da dove le terre dello scavo vengono condotte in varie cave siciliane. Le tunnel boring machine saranno impiegate per scavare i tunnel Sciglio (9,3 km), Taormina (8,23 km), Forza d’Agrò (2,5 km), Letojanni (3,9 km) e Scaletta/Quali (4,19 km): la galleria Taormina risulta avere la maggiore durata di scavo in funzione delle caratteristiche geomeccaniche degli ammassi attraversati. “Gli interventi procedono velocemente e siamo vicini ad entrare a regime - commenta Infantino - i rapporti con il territorio sono buoni, stiamo lavorando in piena sinergia su ogni aspetto, i Comuni hanno manifestato delle necessità che Rfi ha accolto e stiamo affrontando nel migliore dei modi”. Per Palazzo “un intervento importante che coinvolge non solo due province ma l’intera Regione e il collegamento verso il resto del Paese. Un investimento da 2,3 miliardi i cui tempi di realizzazione sono in linea con le previsioni contrattuali e di progetto”.