Vie di fuga, la precisazione della Provincia di Messina
di Redazione | 13/12/2014 | ATTUALITÀ
di Redazione | 13/12/2014 | ATTUALITÀ
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In merito al nostro articolo del 10 dicembre scorso dal titolo “Strade secondarie, ecco gli interventi previsti in provincia di Messina”, pubblichiamo la rettifica inviataci dal Commissario straordinario della Provincia regionale di Messina, dott. Filippo Romano. Andrea Rifatto
“Apprendiamo da un articolo, pubblicato sulla Vs. testata online, che la Regione Siciliana ha beneficiato la zona jonica finanziando con l’obiettivo 2.3.1 del PO. FESR 2007/2014 (meglio conosciuto come "Programma vie di fuga"), 35 interventi da eseguire sulle strade provinciali. La notizia merita una fondamentale precisazione: il Decreto 490/2014 del Dirigente Generale della Protezione Civile Regionale riguarda interventi già eseguiti nel periodo dal 2008 al 2011 a seguito di precedenti appositi finanziamenti. Sono interventi, quindi, già finanziati ed eseguiti che la Regione Siciliana intende rendicontare come PO-FESR con la tecnica dei c.d. "progetti sponda". Non si tratta - insomma - di un nuovo programma e non si prevedono nuovi interventi e nuovi finanziamenti. La Provincia ha il dovere di precisare quanto sopra in un momento nel quale notizie di nuove apertura di spesa possono suscitare speranze da parte di amministratori alle prese con una situazione di penuria di mezzi finanziari sempre più acuta, come testimoniato dalle tante telefonate di sindaci all'Ufficio Protezione civile della Provincia. La realtà è che la Provincia non ha neppure le risorse minime per una manutenzione ordinaria sufficiente a fare fronte al naturale invecchiamento delle opere stradali e tantomeno per risolvere problemi straordinari come le frane che - proprio nella zona Jonica, rischiano di isolare alcuni comuni privi di viabilità alternativa alle strade colpite dai dissesti”.
Preso atto della precisazione della Provincia regionale di Messina, va detto che il decreto 490/2014 del dirigente generale della Protezione civile regionale non fa alcun cenno ad interventi già eseguiti nel periodo dal 2008 al 2011 a seguito di precedenti appositi finanziamenti. Ci troviamo, dunque, dinanzi ad una metodologia utilizzata spesso dalle Regioni per evitare di perdere i fondi europei, che prevede l'inserimento nella programmazione comunitaria di interventi originariamente finanziati con fondi di diversa provenienza (c.d. “progetti sponda”), purchè coerenti con i piani europei. Un trucco contabile di finanza creativa che dovrebbe essere usato in circostanze eccezionali ma che negli anni è stato usato sistematicamente per rifinanziare ciò che è stato già finanziato (e magari realizzato) con altre risorse. Uno stratagemma utilizzato per timore della “mannaia” del disimpegno automatico: le somme vengono presentate alla Ue come “spesa certificata” per il rimborso del finanziamento europeo, come se fossero il risultato dell’attuazione di programmi finanziati con fondi europei. La Regione così ottiene il rimborso, ossia nuovi fondi “freschi” che dovrebbero essere usati per progetti equivalenti a quelli sostituiti, ma che in realtà sono svincolati da qualsiasi obbligo di destinazione a progetti europei, perché risultano versamenti per spese già rendicontate. Ci rammarica, invece, sapere che "la Provincia non ha neppure le risorse minime per una manutenzione ordinaria sufficiente a fare fronte al naturale invecchiamento delle opere stradali e tantomeno per risolvere problemi straordinari come le frane che - proprio nella zona Jonica, rischiano di isolare alcuni comuni privi di viabilità alternativa alle strade colpite dai dissesti”: per quanti utilizzano quotidianamentoe queste strade non è certamente una notizia positiva apprendere che rischiano da un momento all'altro di rimanere isolati o di incorrere in incidenti dovuti al cattivo stato di manutenzione delle arterie provinciali.