"Welcome to Sicily", la riviera jonica abbraccia gli ucraini: accolti 30 profughi in fuga
di Andrea Rifatto | 15/03/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 15/03/2022 | ATTUALITÀ
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L'arrivo del pullman a Furci Siculo
Al loro arrivo, dopo 2.500 km di strada e oltre 24 ore di viaggio, hanno trovato ad accoglierli in piena notte lo striscione “Welcome to Sicily” e palloncini gialli e blu, il colore della loro bandiera, che per un istante hanno fatto dimenticare il duro momento che stanno passando. Così la riviera jonica ha abbracciato i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, giunti poco prima dell’alba di domenica a Furci Siculo al termine del trasporto umanitario partito mercoledì scorso da Santa Teresa di Riva, organizzato dalla Protezione civile furcese e dall’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani. Sguardi smarriti, spaesati, in un Paese straniero che però hanno ringraziato per averli accolti facendoli sfuggire alle bombe, che non stanno risparmiando neanche i civili. Sul pullman, che durante il viaggio di andata ha lasciato un carico di aiuti umanitari per essere distribuiti alla popolazione in difficoltà, hanno viaggiato il coordinatore della Protezione civile Stefano Morales con i volontari Lina Crisafulli ed Erbin Turriciano, oltre a Lilia Osipenko, moglie di Max Herasimenko, capitano della Jonica Calcio, che ha fatto da interprete. La missione ha prelevato 46 cittadini ucraini dai centri di accoglienza allestiti subito dopo il confine con la Polonia e durante il rientro ne ha lasciati nove in varie città (4 a Bologna, 2 a Roma, Caserta e Reggio Calabria), mentre 37 (20 adulti tra cui un solo uomo e 17 minori) sono giunti in Sicilia fino a Furci Siculo. Qui, in accordo con la Prefettura, sono stati identificati e sottoposti ai controlli burocratici della Polizia di Stato e dei Carabinieri e poi ai tamponi anticovid dal responsabile Emergenza-urgenza dell’Asp e referente aziendale Team Covid-19, il dottor Enzo Picciolo, dai quali è emerso un solo positivo poi isolato in una famiglia. Quattro adulti e tre minori ucraini si sono spostati a Catania, 7 adulti e 6 minori hanno raggiunto parenti nella riviera jonica, mentre 17 profughi (9 adulti e 8 minori) sono stati accolti ad Antillo nel “Giardino di Redenzione”, struttura della parrocchia messa a disposizione dal parroco don Egidio Mastroeni. All’arrivo sul lungomare furcese erano presenti il presidente dell’Unione dei Comuni, Concetto Orlando, i sindaci Matteo Francilia (Furci), Gaetano Argiroffi (Roccalumera) e Davide Paratore (Antillo), la Polizia municipale, i volontari della Protezione civile e i giovani del Servizio civile, che hanno consegnato peluche e palloncini ai bambini, brioche e succhi di frutta agli adulti. “È stata un’esperienza che lascerà il segno in ognuno di noi - commentano i volontari della Protezione civile di Furci - siamo stati vicini ad esplosioni di bombe e abbiamo visto centri di accoglienza pieni zeppi di persone spaventate, disorientate, che non vogliono partire perchè sperano di poter rientrare a casa e si accontentano di stare al confine. Ritorniamo consapevoli che abbiamo fatto il nostro dovere e che una guerra non è mai una soluzione accettabile”.