A Furci Siculo base logistica per la prostituzione, 8 indagati
14/04/2015 | CRONACA
14/04/2015 | CRONACA
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Operazione della Squadra Mobile della Questura di Siracusa
Gli agenti della Polizia di Stato in servizio alla Squadra Mobile della Questura di Siracusa, a seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica, hanno individuato un’organizzazione criminale composta da cittadini di nazionalità rumena ed italiana operante a Siracusa e nelle provincia di Catania e Messina, dedita al reclutamento, all'induzione ed allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne di origine rumena. Gli indagati, cinque uomini di nazionalità rumena e tre italiani, originari del messinese, persuadendo le giovani donne a partire per l’Italia con promesse di cospicui guadagni e lavori illeciti, obbligavano le stesse, una volta giunte in Sicilia, a prostituirsi in strada, sull’asse Siracusa–Catania-Messina. La base logistica era a Furci Siculo, da dove si spostavano giornalmente per raggiungere “il posto di lavoro” nelle province limitrofe. Il luogo favorito per far prostituire le giovani donne rumene nella provincia di Siracusa rimaneva la strada per Canicattini Bagni, nei pressi della traversa Serramendola. Le indagini si sono avvalse del supporto d’intercettazioni telefoniche nel corso delle quali è stato possibile accertare le condotte illecite, per fatti verificatisi a Siracusa ed in altre città della Sicilia orientale nei primi mesi dell’anno 2010 e, in taluni casi, la violenza esercitata dagli aguzzini nei confronti delle donne che si rifiutavano di eseguire i loro comandi. Mentre i cittadini rumeni provvedevano al reclutamento, alla collocazione sul mercato, alla gestione e riscossione dei guadagni, i cittadini italiani si occupavano, dietro compenso in denaro, di accompagnare le donne sui luoghi di prostituzione, riaccompagnarle a casa e provvedere alle loro esigenze logistiche. Gli indagati sono stati raggiunti dagli avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Siracusa ed a tre di loro, I.A., 43 anni, M.S.C., 37 anni, e B.M. 33 anni, il provvedimento è stato notificato in carcere dove si trovano ristretti per fatti analoghi. Dei tre italiani due risultano incensurati mentre il terzo risulta pregiudicato in materia di armi. L’operazione è stata denominata “Iubita”, che in rumeno significa “amore mio”.